di Leonardo Vittorio De Pietro

È uno dei predatori terrestri più possenti al mondo, simbolo delle grandi pianure africane. Ma è davvero il re della savana temuto da tutti gli altri animali?

Forse nessun animale incute più rispetto e paura del leone, ma le ricerche più recenti ci raccontano che, in realtà, questi carnivori fanno una vita piuttosto difficile, oggi più che mai ricca di sfide e difficoltà.

Il felino “sociale” per eccellenza.

Il maschio cattura l’attenzione con le sue dimensioni e l’immensa criniera, ma sono le femmine il cuore del branco dei leoni. Leonesse tra loro imparentate, sorelle e cugine, madri e figlie, formano piccoli gruppi di 3 -12 elementi (ma arrivano anche a 20) che collaborano tra loro per la caccia e per allevare i piccoli. Grazie a questa cooperazione, una leonessa può recuperare dopo una brutta ferita o godere di un servizio di “baby sitter” per i leonciniquando si allontana per la caccia. I leoni maschi, invece, non sono membri stabili di questi gruppi, ma “vanno e vengono”. Anche loro, comunque, possono formare piccoli gruppi di 2-4 elementi (a volte fino a 7), per strappare ai leoni rivali un branco di leonesse o controllare un territorio più ampio. I leoni sono gli unici, tra tutte le specie di felini che quasi sempre sono solitari, ad avere un comportamento così sociale: vivere in branco aiutandosi l’un l’altro è la scelta migliore per sopravvivere nei grandi spazi africani, ricchi di prede, ma difficili da abbattere.

A scuola nella savana

I maschi hanno un unico obiettivo nella vita: entrare in possesso di un proprio branco. Così quando diventano forti e indipendenti, verso i due anni di età, uno o più giovani maschi, spesso fratelli o cugini, abbandonano il gruppo dove sono nati per intraprendere il loro “corso di formazione alla sopravvivenza” in savana che può durare anche un paio di anni. In questo periodo vagano “in cerca di guai”, sperimentano e imparano, diventando sempre più fiduciosi nelle loro capacità. Cercano di capire cosa è buono da mangiare e facile da catturare (grandi erbivori in difficoltà, cuccioli di varie specie) e cosa invece rappresenta una scelta non troppo azzeccata (per esempio l’istricepieno aculei, sotto, o il tasso del miele che ha ghiandole pestilenziali e un carattere agguerrito).

Vita dura per maschi

Quando si sentono pronti, con una taglia adeguata e una splendida criniera per fare impressione e difendere il collo da morsi e zampate, i giovani leoni interrompono la loro vita da scapoli e partono all’assalto di un branco di leoni difeso da maschi vecchi e ormai alla fine della loro carriera. Li sfidano apertamente entrando nel loro territorio ed emettendo potentissimi ruggiti che noi uomini possiamo sentire in campo aperto fino a 5-6 km di distanza (i leoni forse di più).Lo scontro è inevitabile e la battaglia, a suon di morsi e zampate – a volte letali – definisce il vincitore. Le leonesse sono molto legate tra loro, ma non ai maschi: quindi non parteggiano per un gruppo o per l’altro. Se non hanno piccoli, sono pronte ad accogliere i vincitori, dimenticandosi dei re decaduti; a loro interessa soprattutto avere i padri più forti per i loro figli. I nuovi re possono uccidere tutti i cuccioli del branco appena conquistato, nonostante gli sforzi delle mamme per proteggere i loro figli, in modo da riavere le femmine tutte per loro nel giro di pochi giorni. Circa due terzi dei piccoli muore entro il primo anno di vita per denutrizione o a causa di altri predatori o dei leoni maschi. Quando riescono finalmente ad avere un loro branco i leoni non possono rilassarsi, c’è sempre da fare: pattugliare il territorio, tenere a bada i leoni che cercano di rubare loro le femmine, contrastare i branchi di iene (che hanno una particolare avversione per i leoni), aiutare le leonesse nella cattura delle prede più difficili, come i bufali. Questi lavori impegnativi, che giustificano i loro lunghi riposi, sono la causa delle minori aspettative di vita dei maschi rispetto alle femmine: di solito non superano i 10 anni di età, contro i 15 delle compagne.

L’impegno della caccia

Il leone deve impegnarsi molto nella cattura delle prede: solo un terzo degli attacchi ai grandi erbivori da parte di un piccolo gruppo di leoni ha successo. Un individuo che caccia da solo va a segno una volta su 6, anche se
le sue fortune cambiano molto in funzione della preda, la copertura della vegetazione, l’ora del giorno e l’esperienza del cacciatore. I leoni hanno più successo nelle notti senza luna, quando l’ottima visione notturna dà loro il massimo vantaggio sulle prede (ma se si presenta una buona occasione in piena luce non si tirano indietro). La tecnica di caccia dei leoni, come quella di tutti i felini, si basa su una combinazione di istinto e apprendimento: ogni individuo sa istintivamente come catturare le prede, ma diventa più bravo grazie all’esperienza. Spesso un gruppo di 3-6 leoni si dispone a semicerchio attorno alle prede, avvicinandosi di soppiatto. Gli animali ai lati partono alla carica per primi e fanno fuggire gli erbivori, cercando di spingerne almeno uno verso il leone in agguato al centro, che di solito è un animale di grande esperienza. Per avere successo, però, lo scatto finale deve avvenire a una distanza molto modesta, inferiore ai 20 metri. Un leone può correre anche a 60 km/h ma solo per pochi secondi e le sue prede sono di solito in grado di fare meglio.

La competizione con gli altri carnivori

I leoni hanno un pessimo rapporto con le iene macchiate (Crocuta crocuta), con cui condividono gli stessi ambienti: queste ottime cacciatrici sono i loro principali avversari. Quando uno di questi due predatori abbatte una preda si possono scatenare spaventose battaglie per il bottino: in linea di massima una leonessa può tenere testa a 3-4 iene, mentre un grande maschio adulto può affrontarne anche più di 10.

Uomini e leoni

La maggior parte dei circa 20 mila leoni africani vive ormai in parchi naturali. Gli individui che invece si spostano all’esterno possono attaccare il bestiame (e a volte le persone). I leoni, infatti, si abituano subito a cacciare mucche e capre, molto più semplici da catturare delle loro prede abituali. E i pastori cercano perciò di ucciderli. Tra i tanti progetti di conservazione. impegnati nella protezione del leone, uno coinvolge i guerrieri e pastori Masai del Kenya che traggono sostentamento dai visitatori che vengono ad ammirare i leoni e il loro stile di vita tradizionale Il predatore più grande dell’Africa è il maestoso leone Africano, o panthera leo, il secondo animale più grande appartenente alla famiglia dei felini che oggi vive prevalentemente nell’area subsahariana. La classificazione di questo splendido esemplare risulta piuttosto complessa, a causa delle numerose piccole sottospecie. Panthera leo è il nome che viene riferito ai leoni in generale ma che, sempre più spesso, vengono identificati con la specie africana, quella più numerosa. Esistono poi altre due scuole di pensiero. La prima vorrebbe la macro suddivisione in due specie, quella leo leo (Linnaeus, 1758) , identificativa dei leoni africani, e quella leo persica (Meyer, 1826), identificativa degli esemplari asiatici, o indiani.La seconda, invece, vorrebbe una classificazione molto più specifica, che vede numerose sottospecie di leoni: Panthera leo senegalensis, Panthera leo nubica e Panthera leo massaicus, in base all’area di diffusione. In questo articolo scopriremo le caratteristiche e i dettagli di una sottospecie in particolare, ovvero del leone africano più diffuso, ovvero il Panthera leo massaicus (Neumann, 1900) noto anche come Leone Masai, Leone dell’Africa dell’Est (o dell’Africa Orientale), leone somalo o leone abissino. il Leone Masai vive oggi principalmente in tre zone: nei pressi del Parco Nazionale del Kilimangaro,  in Kenya, nella riserva faunistica del Masai Mara (che da il nome anche al Popolo Masai), e in Tanzania, soprattutto nei pressi del Parco Nazionale del Serengeti e dell’Area di Conservazione di Ngorongoro.Rinomato per il suo magnifico aspetto, questo Re della giungla è famoso in molte civiltà come simbolo di potere, coraggio e nobiltà. Con alcuni maschi superiori a 250 kg sono i secondi più grandi gatti in vita dopo la tigre. I leoni maschi sono distinguibili per le loro impressionante criniera, che dona mascolinità e riflette lo stato di salute.

Aspetto e caratteristiche fisiche

Il leone è una delle specie animali più note e apprezzate, uno degli animali che spingono le persone alla volta della Tanzania per immergersi in safari. La sua notevole stazza lo rende il predatore più grande in Africa e uno degli animali noti come Big Five. Alcune sue peculiarità sono note a tutte, come la folta criniera che cambia da sottospecie a sottospecie.

Peso

Il peso di un panthera leo varia dai 150 ai 250 kg, per gli esemplari maschili, e dai 120 ai 182 kg per gli esemplari femminili, notevolmente più snelli, mentra la sottospecie massaicus, tipica della Tanzania, è leggermente più gracile, con un peso medio che va dai 145 ai 205 per maschi e dai 100 ai 165 per le femmine. Il leone Masai più pesante che fu mai trovato fu un esemplare ei pressi del Monte Kenya, il cui pesò arrivò ad essere di ben 272 kg.

Dimensioni

Il leone Masai è più longilineo e meno tozzo rispetto alla sottospecie asiatica e la lunghezza media che può raggiungere è di circa 2,5-3 metri, contando anche la coda. Le dimensioni, invece, delle leonesse africane, sono relativamente più piccole, e raggiungono in media i 2,3-2,6 metri. Come già accennato, il leone è il predatore più alto e al garrese raggiunge un’altezza di ben 120 cm.

Criniera

La differenza più evidente nelle due sottospeci, quella africana e quella asiatica, esclusa la differenza di altezza e peso che vede il leone africano più alto e longilineo, anche per merito delle zampe più lunghe, si riscontra nel dimorfismo sessuale rappresentato dalla criniera. Il leone Africano ha una criniera più imponente rispetto a quella del cugino asiatico, ma risulta anche meno rada. Le criniere dei Masai risultano essere infatti più spelacchiate e sembrano essere pettinate all’indietro. In realtà è difficile parlare di criniere quando si parla di leoni africani, perché questi sviluppano diversi tipi di criniera in base al luogo nel quale abitano e in base alla loro età, e questa è infatti una caratteristica per la quale sono famosi. Le criniere si sviluppano, infatti, con l’età, e crescono anche dopo che il leone ha raggiunto la maturità sessuale.In media le criniere di questi leoni cresce per circa 4-5 anni, ragion per cui i leoni adulti hanno criniere non solo più lunghe, ma anche più folte rispetto a quelli più giovani. Ma non è solo l’età ad influire sull’aspetto delle criniere. I leoni masai che vivono in alture e altopiani presentano infatti criniere molto diverse rispetto a quelli che vivono in pianure più calde e umide. Negli altopiani oltre gli 800 metri, infatti, i leoni africani vantano criniere molto più lunghe e folte, mentre le specie che vivono  al caldo possono arrivare ad esserne addirittura sprovviste.

Diffusione e habitat

Abbiamo già visto quali sono i luoghi dove è più frequente incontrare leoni, ovvero le zone comprese fra il Kenya, la pianura Masai e la Tanzania, e anche nella regione del Tanga. Il Leone, infatti, predilige la vita nelle steppe e nelle zone particolarmente aride, come ad esempio le savane. Questi luoghi sono particolarmente adatti a questi maestosi animali, perché gli permettono di mimetizzarsi nelle praterie secche, le quali hanno lo stesso colore paglierino della loro pelliccia. Ad oggi il leone africano è quello più numeroso e conta circa 32 000 esemplari, mentre di leoni asiatici se ne contano appena 650 esemplari, secondo il censimento effettuato nel 2017, tutti concentrati e protetti nel Parco nazionale del Sasan-Gir.

Cosa mangiano i leoni?

I leoni mangiano di tutto, dalle lepri ai grandi erbivori. Alcuni branchi si specializzano in prede particolari, come i giovani elefanti che vengono aggrediti di notte dopo essere stati isolati dal branco. Ma le vittime abituali sono bufali, zebre, gnu e altre specie di antilopi. Un leone ha bisogno di mangiare tra i 4 e i 6 kg di cibo al giorno (circa il triplo di un uomo adulto), ma a volte gli capita di digiunare per una settimana. Questi predatori sono così adattabili che riescono a sopravvivere anche in molti ambienti aperti dell’Africa, pur se la loro densità dipende dalla disponibilità delle prede. Piccole popolazioni di leoni vivono perfino in zone desertiche dell’Africa meridionale, nel deserto del Namib: sfruttano ogni risorsa e cacciano perfino le otarie che vengono a riposarsi sulle coste.L’alimentazione dei leoni africani è ovviamente molto diversa rispetto a quella dei cugini asiatici, poiché le due regioni presentano una fauna molto diversa. I leoni Masai sono soliti cacciare in branco e gli animali che rientrano nella loro alimentazione sono prevalentemente: zebre, gnu e antipoli. A cacciare non sono quasi mai i maschi, ma le leonesse. I leoni maschi sono infatti soliti partecipare alla caccia unicamente quando il branco decide di cacciare prede piuttosto grosse, ad esempio giraffe e bufali. I Leoni sono in grado di mangiare, in una volta sola, fino a 30 kg di carne, e sono capaci di dormire per oltre 20 ore di fila dopo questi sontuosi pasti, ma in media si nutrono con circa 7 kg di carne al giorno, se maschi, e 5 kg se femmine. Più della metà della dieta di un leone è rappresentata dagli Gnu, che caccia facilmente nel Serengeti, sfruttando le massicce migrazioni. Gli esemplari, invece, che abitano le zone del Parco nazionale del lago Manyara, sono solite nutrirsi di bufali neri, essendo questo l’animale più diffuso nella zona.Alimentazione preferita: zebre, antilopi, gnu, cudù e animali più grossi come bufali.

Vita e comportamento sociale

I leoni hanno una caratteristiche in comune che li differenzia da tutti gli altri felini, ovvero sono gli unici a vivere in gruppo. I gruppi di leoni vengono chiamati branchi e, al loro interno, si trovano in media 1 o più leoni maschi e circa una decina di femmine con i loro cuccioli, per un totale che può raggiungere anche i 30 esemplari per branco. Le leonesse si occupano della caccia e dei figli mentre i leoni difendono il proprio territori dai maschi appartenenti ad altri branchi.I leoni, quando raggiungono il terzo anno di età, abbandonano il branco nel quale sono nati e, assieme ad altri leoni, vanno alla conquista di altri branchi, uccidendo i leoni che li difendevano. Le leonesse, invece, rimangono a vita nel branco dove sono nate.I leoni in media vivono una decina di anni, essendo minacciati sia dall’uomo che dagli altri esemplari di leoni. In cattività un leone può arrivare a vivere anche 20 anni, mentre allo stato brado raggiungo i 12-14 anni di vita. Questo vale unicamente per i leoni maschi, i quali vivono molto meno degli esemplari femminili essendo esposti a molti più rischi, fra cui compare soprattutto l’attacco di altri leoni maschi di altri branchi.

Minacce

Il leone è noto essere il Re degli animali perché non ha nemici in natura. Nessuno potrebbe vincere uno scontro con un leone, un animale tanto elegante e maestoso quanto feroce. Nonostante questo il leone è minacciato da un pericoloso animale: l’uomo. Il suo habitat è infatti costantemente minacciato dall’uomo e si restringe sempre di più, poichè le popolazioni necessitano di spazio per erigere le case, gli allevamenti e i campi. Gli allevamenti sono un ulteriore problema perché il bestiame allevato si nutre della stessa erba di cui si cibano le prede dei leoni, il che comporta ad una diminuzione delle prede che costringe i leoni ad attaccare il bestiame negli allevamenti. E ovviamente di questo i contadini non sono felici, e così imbracciano i fucili per dare la caccia ai leoni.