di Gianni Dal Maso
Polinesia, una parola che al solo pronunciarla evoca spiagge di sabbia bianchissima, barriere coralline ed atmosfere da sogno, luoghi in cui recarsi per dedicarsi al riposo sulle rive di un mare cristallino. Di certo, chi va a visitare la Polinesia Francese, non si aspetta di trovare un vigneto sulla barriera corallini. Eppure, sull’atollo di Rangiroa, nell’Arcipelago della Tuamotu (a 45 minuti di volo da Tahiti), tra le palme e due lingue di sabbia bianchissima, e con le radici della vite che sfiorano il corallo, c’è chi ha pensato di creare una cantina, Domaine Dominique Auroy, dal nome del fondatore (e principale azionista dell’azienda), oggi seguita da un enologo di origine francese, Sébastien Thepenier.Proprio in questi luoghi, nascono i “Vin de Tahiti”: la storia di Domaine Dominique Auroy, cantina della Polinesia Francese, guidata dall’enologo Sébastien Thepenier. Coltivare la vite a Rangiroa e produrre vini di qualità, c’è voluta molta tenacia da parte di Sébastien Thepenier, originario della Borgogna, che voleva cambiare il suo stile di vita e si è ritrovato in Polinesia.
Rangiroa è l’unico posto al mondo dove si pianta la vite nel corallo e nei detriti del corallo, e questo dona un sapore speciale al vino di Tahiti: una nota di pietra focaia e di minerale, molto apprezzato dagli intenditori. La natura consente di avere un raccolto ogni cinque mesi, poi il vino viene trasportato in barca in contenitori da 1.000 litri a Tahiti e qui conservato in celle frigorifere. La seconda generazione di vignaioli polinesiani adesso è al lavoro. Jacqueline e Lucien sono i custodi della vigna dal 1997. Ora anche il loro figlio lavora nel vigneto, con un forte attccamento alla oro terra, un entusiasmo che ha loro consentito di superare momenti difficili e sta dando risultati eccellenti, con la produzione di vini di qualità.
I vini chiamati Vin de Tahiti grazie ad un vigneto dove sono piantati carignan, muscat de Hambourg, italia e grenache. Perchè Rangiroa è un posto unico al mondo? Beh, perchè la vite, che si pianta nei detriti del corallo. Una parte del vigneto era già impiantata nel 2002, due ettari e mezzo e una quarantina di vitigni già testati. Il vigneto è piantato su un motu (rilievo sul livello dell’oceano, con un’altezza che va da poche decine di centimetri fino a qualche metro, vicino al passo Avatoru. E dopo una serie di tentativi ed una mappatura dei terreni disponibili si è arrivati alla situazione attuale, con un’area vitata di 6 ettari, che possono ancora crescere di 1,5 ettari. Quattro le principali varietà coltivate nella tenuta: Carignano, di origine italiana, Moscato, Amburgo e Grenache. Il terreno del vigneto è erboso perché aiuta a trattenere l’umidità e per mantenerla, si irriga. Attualmente sono commercializzati quattro vini: Tahiti Blanc de Corail, Tahiti Clos du Récif “Franc de Pied”, Rosé Nacarat e Tahiti Blanc Moelleux.
Inizialmente, ha cercato di coltivare la vite “ovunque”, ma le singole parcelle di terreno non hanno reagito tutte allo stesso modo, a causa di un eccesso di umidità nel terreno. Poi dopo aver mappato il terreno per conoscerlo meglio, ha piantato nel posto giusto. Oggi l’area vitata è di 6 ettari, che possono ancora crescere di 1,5 ettari. Gli unici predatori dei vigneti sono i granchi. Qui le muffe non sono così presenti come sul continente.
Perché a Rangiroa le vigne non producono rosso ? “Soprattutto per motivi climatici”, spiega l’enologo. “Siamo in un clima tropicale con piogge molto pesanti che possono influire sulla qualità delle uve, soprattutto se si cerca di spingere la maturità più avanti per fare un vino rosso”.
Per il vino bianco, l’uva rossa si utilizza con una maturazione meno avanzata. Attualmente, si sta lavorando su una possibile conversione all’agricoltura biologica ma tutto ha un prezzo. “Il bio al di là dell’etichetta è una filosofia, ma non è che siccome non siamo biologici, non abbiamo un comportamento rispettoso dell’ambiente” spiega Thepenier. Taglio, potatura, diradamento, tutto è fatto a mano. Cinque dipendenti sono a tempo pieno con contratto a tempo indeterminato e 10 vengono chiamati durante la vendemmia. In Francia, la vite viene raccolta una volta all’anno alla fine dell’estate. A Rangiroa, abbiamo un raccolto ogni cinque mesi! Il vino viene trasportato in barca in contenitori da 1.000 litri a Tahiti e poi conservato in celle frigorifere. La seconda generazione di vignaioli polinesiani adesso è al lavoro. Jacqueline e Lucien sono i custodi della vigna dal 1997. Ora anche il loro figlio lavora nel vigneto, e “hanno un vero attaccamento per la terra e per la vite”, dice Sebastian. Alla fine, per l’enologo, la vita atipica che ha scelto, è “un’esperienza di successo con momenti difficili. Ho passato sei anni tutti i giorni nel vigneto per capire come stavano le cose e per formare le persone e abbiamo fatto di tutto. Adesso il risultato è lì e abbiamo un vino di qualità,” conclude Thepenier.
Réservation : rangiroa@vindetahiti.pf
Site : http://www.vindetahiti.com/