di Giuseppe De Pietro

Alla scoperta del continente antartico, un mondo così estraneo a quello in cui viviamo che ci da l’impressione di aver cambiato Pianeta o di aver messo piede nell’Era Glaciale della preistoria del mondo.
Grandi emozioni alla scoperta del continente antartico, un mondo così estraneo a quello in cui viviamo che ci da l’impressione di aver cambiato Pianeta o di aver messo piede nell’Era Glaciale della preistoria del mondo.
Viaggiare in Antartide è un’esperienza stimolante, unica. Pur essendo fuori della portata di tutti, è veramente spettacolare. Un viaggio in Antartida è qualcosa che tu ed i tuoi compagni di viaggio non dimenticheranno facilmente. E’ un luogo distante e solitario, per cui, viaggiare in quei luoghi remoti, non è lo stesso che viaggiare in qualsiasi altra parte. Ciò nonostante, esistono tante opportunità per esploratori amanti dell’avventura a contatto con la natura che volessero essere testimoni della maestosità del continente congelato. Sia che impieghi un paio di semane esplorando luoghi su di una barca o ci impieghi un giorno o più volando per arrivare da quelle parti, pianificandolo è con un budget generoso, puoi fare il viaggio della tua vita.

Si dice che primi ad avvistare l’Antartide furono i navigatori Maori, quasi mille anni fa, ma il continente comparve per la prima volta sulle carte geografiche soltanto nel XVI secolo. I grandi navigatori di quell’epoca si avvicinarono, ma non riuscirono a raggiungerlo e ne negarono l’esistenza. Miglior fortuna ebbero in seguito i cacciatori di foche, che all’inizio del secolo scorso toccarono per primi le coste della Penisola dell’Antartide.
Quasi cento anni dopo, un nuovo impulso alla conoscenza del continente venne dal mondo scientifico internazionale. Furono gli anni della corsa al Polo, legata ai nomi Shackleton, Amundsen e Scott, protagonisti del più recente capitolo della storia delle grandi scoperte geografiche, prima della conquista della Luna.
Le navi che si usano oggi sono estremamente confortevoli e dotate delle strumentalizzazioni più moderne. Sno classificate rompighiaccio e si possono considerare grandi yacht privati, che offrono un’elevata qualità di servizio ad un numero limitato di ospiti.

Piccoli gruppi di passeggeri vengono accompagnati da esperti di livello internazionale, per rendere minimo l’impatto ambientale delle escursioni in questa regione della Terra così vulnerabile dal punto di vista ecologico.
L’ Antartide non è e non potrà divenire una destinazione turistica, ma è l’obiettivo di un viaggiatore di avventura e di scoperta. Un viaggio per chi del nostro pianeta vuole conoscere quasi tutto e anche questo luogo, regno di pinguini, delle foche e delle balene, dove è bene che l’uomo lasci ogni cosa com’ è.
La stella polare indica il Nord. Fa parte della costellazione dell’Orsa Minore. La parola del greco antico per orsa è “ arktòs ”. Per questo il termine “artico” indica l’estremo nord del mondo. Al contrario, “antartico” è l’estremo sud del pianeta. E’ questa l’etimologia del nome Antartide e suggerisce già gli antichi Greci conoscessero il continente di ghiaccio. In realtà, ne supponevano solamente l’esistenza, ritenendo che una terra sconosciuta dovesse esistere nell’emisfero australe, per bilanciare le terre note dell’emisfero settentrionale.
“ Immaginate una regione grande quanto gli Stati Uniti e l’Europa insieme; più assolata della California, più arida dell’Arabia, più deserta del Sahara e più alta delle montagne della Svizzera. Soltanto un posto al mondo corrisponde a questa descrizione: l’Antartide, il meraviglioso continente all’estremità della Terra. ”
Gli iceberg e la calotta glaciale
L’Antartide è la terra dei ghiacci, che si distinguono in ghiaccio continentale e ghiaccio marino. Il ghiaccio continentale deriva dalla trasformazione della neve sotto la pressione del suo stesso peso. Forma una calotta che ricopre il continente e i suoi rilievi e scivola verso la costa e il mare, estendendosi sulla superficie dell’oceano per alcune centinaia di chilometri. Dal suo limite esterno si distaccano gli iceberg.
Dall’altro canto, le fredde acque dell’Oceano Antartico raggiungono durante l’inverno temperature così basse che il loro strato superficiale congela, formando il ghiaccio marino. Si forma così la banchisa, la distesa marina di ghiaccio che circonda il continente fino a 1300 Km dalle coste, imprigionando la calotta e gli iceberg che da essa si distaccano. e impedendo l’accesso alle navi per la maggior parte dell’anno.
Il ghiaccio non è una materia statica bensì dinamica. Infatti si forma e si dissolve. Ha un suo bilancio di massa, che esprime il rapporto tra i processi d’accumulo e quelli di sottrazione, determinati dall’evaporazione, dalla fusione e dal distacco degli iceberg. Inoltre la calotta glaciale si muove. Il movimento è determinato dalle pendenze dei rilievi del terreno sottostante, dal suo peso e dalla temperatura atmosferica. I crepacci sono una conseguenza dei movimenti della calotta glaciale e a loro volta ne influenzano l’evoluzione, condizionando l’infiltrazione e la circolazione delle acque di fusione.
Il volume della calotta glaciale dell’Antartide è di circa 28 milioni di chilometri cubi. Se si sciogliesse interamente, il livello dei mari si alzerebbe di oltre 70 metri. Rappresenta il 90% del ghiaccio totale della Terra e il 70% delle riserve globali di acqua dolce. La calotta ricopre l’Antartide per il 98% della sua superficie e ha uno spessore medio di circa 2.000 metri; tuttavia non è uniforme e la sua altezza varia da poche centinaia a più di 4.000 metri.

Dalle banchise e dai ghiacciai sulla costa si distaccano gli iceberg, che sono forse l’elemento più suggestivo del paesaggio antartico. Hanno forme e dimensioni assai variabili. Se ne distinguono due tipi: quelli simili a montagne, che originano dai ghiacciai, e quelli tabulari, che nascono da una frattura della banchisa. Questi ultimi sono i più numerosi: a volte sono larghi più di 100 chilometri e hanno uno spessore anche di 200 metri. Gli iceberg galleggiano sul mare, dal quale emerge solo la quarta parte della loro massa. Essi viaggiano alla deriva, spinti dalle correnti marine e dai venti, risalendo verso nord fino a 45-50 gradi di latitudine.
Il cambiamento stagionale più straordinario in Antartide è il congelamento dell’Oceano. Verso la fine dell’estate, il mare inizia a ghiacciare formando il pack, che a settembre, al termine della stagione fredda, raggiunge l’immensa estensione di circa 20 milioni di chilometri quadrati: gli iceberg vi rimangono imprigionati e lo scenario marino assume un aspetto movimentato.
Popolazione
A differenza di altre masse terrestri continentali, l’esistenza dell’Antartide fu ipotizzata molto prima della sua scoperta. Infatti, sia Pitagora sia Aristotele ritenevano che il globo terrestre, per eccesso di peso nella parte superiore, si sarebbe sbilanciato sino a rovesciarsi se non ci fosse stata una considerevole massa di terra a equilibrarlo alla base.
James Cook fu il primo ad attraversare il Circolo Polare Antartico nel 1773 ma circumnavigò l’Antartide senza mai avvistare la terra. Le osservazioni raccolte da Cook sull’enorme popolazione di foche e balene incoraggiarono l’arrivo a frotte di molte imbarcazioni per la caccia di questi animali; queste, in seguito, scoprirono quasi un terzo delle isole a sud dell’Antartide e dell’Oceano Pacifico

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L’Antartide non ha una popolazione in senso stretto, nelle oltre 80 basi scientifiche vivono però circa 4.000 persone nei mesi estivi che si riducono a circa 1.000 durante i mesi invernali.
Nel luglio del 2005 (nel mezzo dell’inverno) risiedevano nella base più grande, quella di McMurdo, 79 donne e 162 uomini.
L’Antartide è la massa di ghiaccio che ricopre la regione più a sud della Terra. Il Trattato Internazionale dell’Antartide la definisce sotto il profilo geopolitica come l’intera area che si estende al di sotto dei 60° di latitudine sud. Ai fini scientifici, è invece più utile il confine oceanografico e biologico della Convergenza Antartica, che segna il limite della differenza di temperatura tra le acque polari e quelle temperate.
Osservata dallo spazio, l’Antartide appare come uno scudo di ghiaccio, che ha il suo centro al Polo Sud e di qui si estende in ogni direzione per circa 2.500 chilometri, fino al mare. Una grande penisola – la Penisola dell’Antartide – , lunga più di 1.500 chilometri, si proietta verso il Sud America. Due grandi baie contrapposte, una ad est e l’altra a ovest della Penisola, delimitano i due mari – il mare di Weddell e il mare di Ross rispettivamente -, che entrano nel continente per 500-1.000 chilometri di lunghezza e 1.000 chilometri di larghezza. Entrambi sono in gran parte ricoperti da un’estesa banchisa glaciale.

Le foche sono mammiferi di origine terrestre, che discendono probabilmente dalle lontre primitive e si sono gradualmente evolute verso una forma acquatica. L’adattamento è avvenuto attraverso la ritrazione degli organi esterni, l’acquisizione di una forma idrodinamica e la trasformazione degli arti in pinne. Ciò nonostante, le foche, a differenza delle balene e dei delfini, non hanno abbandonato completamente l’ambiente terrestre, al quale fanno ritorno per riprodursi.

Delle sei specie di foche che popolano l’Antartide, la foca da pelliccia appartiene alla famiglia degli Otaridi, caratterizzata dalla presenza delle orecchie esterne e dall’andatura a quattro zampe sulla terraferma. Le altre – la foca cancrivora, la foca Weddell, la foca leopardo, la foca di Ross, e la foca elefante – fanno tutte parte della famiglia dei Focili: non hanno orecchie esterne e sulla terraferma possono spostarsi solamente strisciando.
La riproduzione è annuale. Un maschio può fecondare più femmine ma ognuna di esse genera un solo cucciolo. La gravidanza dura da 8 a 12 mesi e il piccolo nasce generalmente durante la primavera australe.  Viene allattato per un periodo che varia da uno a quattro mesi e raggiunge la maturità sessuale a 4-6 anni. Il più terribile predatore delle foche è l’orca, affiancata per alcune specie dalla foca leopardo.

Le balene sono i più grandi mammiferi marini e le più grandi creature viventi: possono raggiungere i 25 metri di lunghezza e il peso di 100 tonnellate, come la balena azzurra.
Devono venire alla superficie per respirare. E’ allora che, con il caratteristico getto, espellano dallo sfiatatoio sulla testa l’aria contenuta nei polmoni e l’acqua di condensa, formatasi nelle vie aeree superiori.
Le balene non risiedono più in Antartide. Durante l’inverno risalgono a nord, verso latitudini più temperate, per riprodursi. La femmina dà alla luce un piccolo ogni due o tre anni, dopo una gestazione che varia da 10 a 16 mesi. A differenza che negli altri mammiferi, il parto avviene con l’espulsione prima della coda e poi della testa del neonato, per evitare che anneghi; viene subito portato alla superficie per respirare. Allattato per 6-12 mesi, raggiunge la maturità sessuale tra i 3 e gli 8 anni di età: molto precocemente, se si considera che la vita media di questi cetacei si aggira intorno ai 100 anni !
Le balene non sono animali solitari. Si uniscono spesso in piccoli gruppi, guidati da un maschio adulto, nei quali hanno un comportamento sociale e cooperativo per la ricerca del cibo, la felicitazione dell’accoppiamento e del parto e la protezione degli individui giovani o malati. E’ accertato che le balene comunicano tra loro, emettendo suoni dalle sacche nasali sotto lo sfiatatoio e a volte emergendo dall’acqua e battendo le pinne.

I pinguini sono gli animali più caratteristici dell’Antartide. Si calcola che ve ne siano alcuni milioni di esemplari. Sono uccelli senza ali, che si sono adattati all’ecosistema marino dell’Antartide. Fanno tuttavia ritorno alla terraferma per completare il processo di riproduzione. Sulla terra sono molto goffi, per la forma del loro corpo che li obbliga a mantenere il peso sulla parte posteriore dei piedi, controbilanciando i movimenti con le ali aperte.
Al contrario, in acqua sono eccezionalmente idrodinamici e, grazie alla poderosa spinta delle ali, possono raggiungere la velocità di 30 chilometri orari. Non possono respirare sott’acqua e quindi emergono al massimo ogni tre minuti, compiendo rapidi salti sulla superficie dell’acqua. Sono animali a sangue caldo, con una temperatura corporea di 37-38 gradi centigradi. Mantengono costante la temperatura grazie a uno spesso strato adiposo a alle penne, che ricoprono la pelle rendendola impermeabile all’acqua e al vento. Si nutrono di crostacei, calamari, pesci e anche di Krill.
I pinguini del genere pigoscelide sono le specie di Adelia, papua e antartico. Sono alti 60-70 centimetri e pesano da 4 a 6.5 chili. Sono molto comuni nell’area della Convergenza Antartica, dalle isole sub-antartiche alla costa del continente. Vivono e nidificano in colonie, formate da migliaia di individui. I maschi giungono per primi e, dopo aver lottato per la supremazia territoriale, nidificano. I nidi sono circolari, larghi 30-40 centimetri, e vengono costituiti con sassi. All’arrivo delle femmine si riconoscono con suoni e grida. Verso la fine di ottobre, ogni femmina depone le uova, mentre l’altro raggiunge il mare per nutrirsi. I piccoli vedono la luce dopo circa 40 giorni. Rivestiti da una delicata lanugine nera, rimangono nel nido per almeno due settimane sotto il corpo dei genitori, che li nutrono rigurgitando il cibo dalle loro bocche. Crescono molto rapidamente, mutano la lanugine di rivestimento in una peluria marrone scuro e, divenuti più indipendenti, cominciano ad uscire dai nidi. Mentre gli adulti si procacciano il cibo in mare, i cuccioli rimangono uniti in piccoli gruppi chiamati “ asili ”, che riducono la dispersione del calore corporeo e hanno una funzione protettiva contro gli attacchi degli uccelli marini predatori ( in particolare lo skua, che è il più temibile nemico del pinguino ).
Il pinguino imperatore è il più grande. E’ alto 100-120 cm e pesa 30 chili. Il suo peso varia però dai 20 ai 40 chili, per il lungo digiuno che deve affrontare durante la riproduzione. Il dorso è scuro, di colore grigio-blu; la parte frontale è bianca; il capo è nero ma con due caratteristiche chiazze giallo-arancione sui lati, unite anteriormente nella parte più alta del torace. Il becco è pronunciato e curvo verso il basso e i piedi rimangono quasi completamente coperti dall’addome molto voluminoso.
Abita nelle latitudini più meridionali del mondo, sulle coste e l’altopiano centrale dell’Antartide e, a differenza degli altri pinguini, non migra verso le isole subantartiche. Per questo è considerato il vero abitante dell’Antartide. Due aspetti del suo ciclo di vitale sono esclusivi e ne fanno l’esempio più completo di adattamento all’ambiente glaciale.
Innanzitutto, vive in aree coperte permanentemente dai ghiacci e non tocca mai il suolo libero. Pertanto non può raccogliere alcun tipo di materiale, né costruire un nido. Così è costretto a deporre l’uovo tra i piedi, per poterlo sorreggere durante la cova con le pliche addominali inferiori. Ciò spiega perché depone un solo uovo per ciclo riproduttivo anziché due come le altre specie di pinguini.
Il pinguino reale somiglia molto a quello imperatore, sebbene sia circa venti centimetri meno alto e pesi circa la metà. I colori sono quasi uguali ma le macchie auricolari sono arancio piuttosto che gialle, il becco è meno pronunciato e i piedi non sono nascosti dalle pliche addominali.
A differenza del pinguino dal ciuffo dorato e il pinguino crestato sono piuttosto piccoli ( circa 5.4 e 2.5 chili rispettivamente ) e popolano in prevalenza le isole subantartiche, anche se talvolta nidificano sulla Penisola. Vivono in colonie molto numerose e depongono due uova per ogni ciclo riproduttivo, che vengono covate a turno dal maschio e dalla femmina. La cova dura cinque settimane e viene riservata all’uovo più grande, per allevare un solo piccolo. I piccoli divengono autosufficienti dopo circa dieci settimane.

Ecosistema Terrestre e Marino. le temperature fredde, la calotta di ghiaccio che copre quasi tutta la superficie del continente e le variazioni estreme dell’irraggiamento solare ( nel semestre d’estate il sole non tramonta mai e in quello invernale non sorge mai ) rendono l’ambiente dell’Antartide del tutto inadatto allo sviluppo delle forme di vita complesse.
La flora e la fauna crescono solo nelle aree costiere, dove si trova la maggior parte delle terre non coperte dai ghiacci e le condizioni climatiche sono meno severe. Per queste ragioni, l’ecosistema terrestre è assai povero.
E’ caratterizzato infatti dall’assenza di alberi, arbusti e prati. Il suolo, nelle aree non coperte dal ghiaccio, è in genere ghiaioso e privo di humus, per la  scarsa umidità e l’eccessiva salinità. Ciò costituisce un ostacolo quasi insuperabile per lo sviluppo delle piante. Due sole specie, presenti in un limitato numero d’esemplari nella Penisola, sono fanerogame e fioriscono: sono la Deschampsia Antartctica e la Colobanthus Crassifolius.
Tutte le altre specie vegetali sono crittogame, cioè non generano semi e si riproducono per mezzo delle spore. Sono alghe, muschi e licheni: sono molto diffuse e se ne contano numerose specie diverse. Poche sono le specie di insetti, di dimensioni microscopiche. Non vi sono rettili né mammiferi terrestri e tutti gli animali superiori, come le foche, i pinguini e gli uccelli, appartengono all’ecosistema marino.
Mentre l’ecosistema terrestre consente la sopravvenga solo di poche comunità isolate, l’ambiente costiero e oceanico è al contrario molto ricco di piante e di animali e costituisce un ecosistema marino ben sviluppato e strutturato. La fonte di questo dinamismo è l’elevata produttività dell’oceano Antartico, dovuta alla Corrente Circumpolare. Essa apporta infatti un rifornimento continuo di acqua calda e ricca di sostanze nutritive, proveniente dalle latitudini più basse, e assicura il costante ricambio dell’ossigeno.
Queste condizioni favoriscono lo sviluppo del “ plancton ”, che è il prodotto primario dell’oceano e lo stadio più basso della catena del cibo in Antartide.Il plancton è formato da un grandissimo numero di microrganismi, sia vegetali (fitoplancton) che animali (zooplancton), che si trovano a mezz’acqua nel mare. Possono muoversi solo verso l’alto e il basso, per avvicinarsi o allontanarsi dalla superficie marina e dalla luce.

Il Krill, gli organismi invertebrati e i pesci. Il componente più importante dello zooplancton è il “ Krill ”. la parola è di origine norvegese e significa “ pesciolino ”. Il nome identifica alcuni piccolissimi crostacei della famiglia delle Euphausidae, dei quali il più conosciuto e diffuso è la euphausia Superba, molto simile a un gamberetto lungo da 4 a 6 centimetri. Il Krill forma ammassi enormi, alti 10-20 metri ed estesi per centinaia di metri, con una densità spesso superiore ai 15 chilogrammi per metro cubo.
La tendenza dei microrganismi ad addensarsi per formare il Krill è correlata alla loro capacità di emettere una luminescenza tra il verde chiaro e il blu , che consente loro di rimanere gli uni in vista degli altri. Le masse di Krill si trovano intorno al continente a sud della Convergenza Antartica, più abbondanti in direzione del Sud-America e del continente indiano.
Le stime più recenti calcolano l’ammontare delle intere riserve tra i 200 e i 600 milioni di tonnellate.Il Krill gioca un ruolo chiave nella dinamica dell’ecosistema marino dell’Antertide. Direttamente o indirettamente, tutte le specie animali dipendono infatti dal Krill, le cui migrazioni sono fedelmente seguite dalla grande maggioranza dei calamari, dei pesci, delle balene, delle foche, dei pinguini e degli uccelli marini. In altre parole, l’ecosistema marino dell’Antartide è estremamente lineare e la progressione degli organismi più piccoli ai grandi mammiferi avviene attraverso il Krill.
L’oceano Antartico è popolato da un’enorme quantità di organismi invertebrati: spugne, aneliti, echinodermi ( stelle e ricci di mare ) e molluschi. I calamari hanno una grande importanza, perché costituiscono uno degli alimenti fondamentali per l’ecosistema marino dell’Antartide. Più di cento specie di pesce vivono nei mari dell’Antartide.

 

Visti e passaporti. Nessun visto né documento specifico è richiesto per l’ingresso in Antartide. E’ sufficiente il passaporto in corso di validità. Può essere utile, per eventuali formalità doganali nei Paesi del Sud America, portare con sé alcune fotocopie e i dati anagrafici. Tuttavia, poiché i piani di navigazione dipendono totalmente dall’imprevedibilità delle condizioni atmosferiche e del ghiaccio, anche se possedete un biglietto per un viaggio diretto, oltre al passaporto potrebbe essere conveniente avere un visto valido per ognuno dei paesi in cui la vostra nave potrebbe essere costretta a cercare riparo in porto.

Informazioni sanitarie. Consigliamo precauzioni e attenzione per problemi di ipotermia, scottature solari, disidratazione, congelamento e cecità da riflesso della neve.
E’ fortemente consigliato stipulare polizze assicurative personali per l’assistenza medica ed altri servizi alla persona durante il Vostro viaggio. Tutte le navi dispongono di un medico a bordo e di un’infermeria, ma in caso di bisogno é bene essere coperti da polizze stipulate nel paese di origine.
Le condizioni climatiche nelle zone dell’Antartide normalmente visitate non sono così difficili come si potrebbe immaginare. Tuttavia si tratta sempre di zone estremamete inospitali, senza strutture e lontane da qualsiasi punto di soccorso rapido, eccezion fatta per la nave.
Per questa raggione é importante essere consci delle proprie capacità e dei possibili pericoli e comportarsi di conseguenza; programmare le proprie attività tenendo sempre presente la sicurezza personale. In terra come in mare, mantenere una distanza di sicurezza dalla fauna
rimanere con il proprio gruppo e seguire le istruzioni del capogruppo. Non camminare sui ghiacciai e sulle distese di neve senza l’equipaggiamento adatto: c’è il pericolo reale di cadere nei crepacci. Non confidare troppo nell’aiuto altrui; programmarsi seriamente per essere autosufficienti, cosa che riduce anche il rischio Vestiario per essere adatto alle regioni polari, l’abbigliamento deve mantenere caldo il corpo e specialmente le mani e i piedi, evitare la sudorazione, consentire la libertà dei movimenti ed essere confortevole nelle diverse condizioni di clima

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Il modo migliore per realizzare questi obbiettivi è impiegare il ” metodo degli strati “. Più strati sovrapposti di tessuti leggeri risultano molto più efficaci di uno o due strati di tessuti pesanti: infatti permettono la traspirazione cutanea e allo stesso tempo trattengono più strati di aria, che esercitano un notevole effetto termoisolante. Il numero degli strati e il tipo di tessuto possono essere scelti di volta in volta in funzione delle condizioni meteorologiche.
Come indicazione generale non devono mancare: Occhiali da sole/binocolo, Gli occhiali scuri o gli occhiali da neve polarizzati sono sempre indispensabili, per proteggersi dal riverbero della luce solare sui ghiacci. Parka e Pile. Cappello, guanti e sciarpa. Abbigliamento termico. Creme solari. Costume da bagno. Scarpe confortevoli. Stivali di gomma (preferibilmente alti almeno fino al ginocchio). Abbigliamento informale per la vita a bordo della nave. Preferibilmente abbigliamento termico e non sintetico. Creme solari. Costumi da bagno. Scarpe confortevoli per camminare. Molto utile può rivelarsi una piccola borsa impermeabile, da portare sulle spalle, a tracolla o applicata alla cintola.

Nuovi voli collegano Roma e Buenos Aires, e da lì a Ushuaia. Punto di partenza per vivere un’avventura unica in Antartida.
Sarà per il tango, il fascino malinconico e cosmopolita di Buenos Aires o il magnetismo selvaggio delle terre incontaminate della Patagonia, ed Antartida piace. Anche gli italiani in questi ultimi anni sono atterrati sul suolo argentino ben 135 mila presenze, tanto che Aerolíneas Argentinas ha deciso di incrementare i voli sulla rotta Roma–Buenos Aires, destinati a diventare giornalieri da luglio. Per questo, sono arrivati in pista nuovi aeromobili Airbus a lunga percorrenza (A330-200 OKM) che non necessitano di scalo.

Nata nel 1950 con il nome di Aerolíneas, la compagnia di bandiera argentina è stata vincente fin dall’inizio: già nel primo anno, l’associazione della stampa interamericana la elegge migliore linea aerocommerciale del mondo per la sua efficiente organizzazione e per la qualità dei servizi. Nel 1966 è pioniera del primo volo senza scali dall’Europa al Sud America, coprendo la rotta Madrid-Buenos Aires in 11 ore e 32 minuti, nel 1980 inaugura il primo volo transpolare sorvolando l’Antartide, da Buenos Aires a Sidney. Oggi, dalle sue basi operative (l’Aeroparque Jorge Newbery e l’Aeroporto Internazionale di Ezeiza a Buenos Aires), Aerolíneas Argentinas vola verso 24 destinazioni internazionali. Inoltre, insieme ad Austral Líneas Aéreas, garantisce i voli verso 37 destinazioni in tutta l’Argentina e, da Buenos Aires, copre tutti i principali scali in Sudamerica. Negli ultimi anni, in particolare, il collegamento con l’Italia è stato ottimizzato: grazie a voli notturni con tutti i comfort tecnologici, comprese le luci led variabili in grado di mitigare gli effetti del jetlag, il tragitto è diventato ancora più piacevole, con un ottimo rapporto qualità prezzo.

Se si tiene conto che l’Argentina è, per dimensioni, l’ottavo Paese del mondo e il secondo dell’America Latina, è facile comprendere come, per varietà, possa realizzare i sogni di ogni viaggiatore. Un viaggio oltreoceano che vale la pena di fare almeno una volta nella vita. Con Aereolineas, Buenos Aires fino a Usuhaia e da lì, esistono diverse compagnie che offrono il servizio. Tieni a mente che i voli diretti in Antartide sono molto meno frequenti e prevedibili di quelli normali. Alcune compagnie specializzate in viaggi avventurosi hanno offerte che includono atterraggio in Antartide, sci, campeggio e scalate. Una soluzione è scegliere un pacchetto volo-crociera, che riduce il tempo trascorso su una nave (evitando il notoriamente difficile stretto di Drake), ma ti permette comunque di vedere da vicino i paesaggi, la flora e la fauna. Puoi volare fino all’Isola di re Giorgio, per poi imbarcarti su una nave che ti farà scoprire la zona. Se vuoi vedere da vicino il ghiaccio, la flora e la fauna, ma non vuoi trascorrere troppo tempo a bordo di una nave da crociera, potrebbe essere una buona opzione.

https://www.aerolineas.com.ar