MAGGIO 14, 2021

di Giuseppe De Pietro

Aurelio Gotor è nato nel 1935 a Zaragoza, artista spagnolo, uno dei rappresentanti più emblematici delle correnti concettuali nell’arte di fine Ottocento, principio del Novecento. 

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Venta del pavo

Sulla parete davanti alla mia scrivania a Roma è appeso un quadro che mi regalò Aurelio con una dedica che dice: “Para mi amigo de Roma, Pino De Pietro”. L’ultima volta che ho incontrato Gotor è stato nel luglio del 2000 in occasione di una vacanza con i miei all’isola di Minorca. Sbarcammo a Barcellona, ci vennero a ricevere al porto Aurelio e la sua compagna Teresa. Dopodiché con un tassì, andammo alla loro casa invitati a pranzo. Aurelio conservava tutto lo spirito di sempre, anche se con qualche capello bianco in più. Conosco da tanti anni Aurelio e ho seguito il suo percorso artistico attraverso le sue mostre, oltre che attraverso i commenti e le critiche di esperti del settore diffusi dai media, e ho visto come ha rafforzato il suo impegno nel riportare ai suoi dipinti un’epoca passata in cui la calma prevaleva nella vita di città e paesi, e vedere come la loro gente viveva più pacificamente respirando un’aria più pura e lo stress non regnava nella vita delle persone. E’ un pittore classico, sia per la concezione delle sue opere che per come opera con la medesima semplicità e ricchezza. Tutto il resto, ed è quasi tutto -poesia, tenerezza e forza creativa-, soltanto può nascere con energia e convinzione quando il pittore ha raggiunto l’apice.

Aurelio Inizia i suoi studi d’arte a Madrid, dopo si trasferisce all’estero, dove risiede per oltre dieci anni, seguendo i suoi studi in varie capitali europee. Un uomo colto, pittore e storico dell’arte. Continua la sua traiettoria artistica tra Madrid e Barcellona. Come viaggiatore instancabile, percorre ogni angolo della geografia spagnola, dipingendo ed esponendo con notevole successo di pubblico e di critica. Negli ultimi anni ha dedicato la maggior parte della sua opera alla ricostruzione pittorica del paesaggio e personaggi che la storia ha fatto scomparire. Con un estenuante lavoro di ricerca  in archivi storici, biblioteche, e mercati di antiquariato si documenta rigorosamente per trasferite alla tela l’architettura tradizionale spagnola di piccoli paesi e città, così come, i personaggi, le arti, abbigliamento ed attività che il tempo ha offuscato, riscoprendoli dalla distruzione e la dimenticanza. Non è lo scopo di questi appunti ripercorrere tutta la carriera di Aurelio ma è indispensabile segnalare che la sua vita è costellata di incontri importanti con persone che stimolano la sua sensibilità siano essi uomini della terra che del mondo dello spettacolo. Usa le tecniche più varie: l’olio, la tempera, il pastello, l’acquerello, ed il carboncino. Il suo disegno è stato definito come quasi calligrafico, la sua pittura si basa proprio su questo, una pittura classica, riflessiva, nostalgica di tempi e colori. Luce e aria morbide, pulite. Dove i colori dominanti sono quelli pastello, di tramonto o di alba, quando la natura si esprime con più chiarezza.

Ama la vita, conosce i suoi colori, le sue forme, le sue sfumature, la sua purezza di terra, è malinconico sia nella mattine che nei pomeriggi. La sua opera ci convince e attraverso la sua poesia, possiamo carpire la vera essenza della vita.  E’ un lavoro fatto con tanto sforzo, con trasporto, con intuizione dolorosa che costituisce sempre una speranza che arricchisce, solida e pulita. Ci parla della dolcezza del tempo, dello scorrere della vita, della vera umiltà dell’uomo, della terra. Una pittura che ha lasciato un’impronta profonda in ognuno dei luoghi per quelli che ha vissuto, per quelli che ha esposto, una pittura che vale la pena di essere vista e ammirata. La sua è un’arte che si muove lungo percorsi del tutto inediti, fondendo in maniera totale la sua esistenza con il suo essere artista.  Aurelio inventa il concetto della pittura sociale, capace di condurre ad una società più corretta; pensa che ogni uomo sia un artista e che se ciascuno utilizzasse la propria creatività, allora saremmo tutti esseri liberi.

Dopo un’indagine approfondita su vecchi documenti sparsi tra archivi pubblici e privati, biblioteche e mercatini dell’antiquariato, ottiene una documentazione rigorosa per poter ricostruire l’atmosfera e la realtà di com’era la vita in Spagna a quel tempo. Palazzi, edifici storici, locande, archi, angoli, strade dove circolavano tram, automobili e carri trainati da animali, mercati, venditori ambulanti e mestieri per strada e nel portale, banditori, portatori d’acqua, lavandaie nei fiumi, parchi, piazze appartate dove i bambini giocavano e gli anziani si riunivano e prendevano il sole.

Calle de Albarracin

Questi aspetti di angoli accattivanti che tornano a vivere e ci riportano a un passato non migliore, ma più sereno e più vicino alla natura. Ogni quadro è come fosse uno specchio minuzioso, dove uno può vedere riflesso un pezzo della Spagna. Le pietre, i sanpietrini custoditi nelle antiche strade, sono come ferite del tempo. Di un tempo fermo che invitava a viaggiare.

Un passato di una Spagna ottocentesca sotto i fasci di luce delle nuvole o le morbide scene folk che conservano il gusto e la dolce tristezza nel profondo della memoria, è ciò che Aurelio con gioia, senza fretta e pennellata su pennellata riesce a portare al carta e tela, trasformando la sua pittura in uno specchio che ci restituisce le immagini di un passato che il tempo e l’oblio avevano macchiato la memoria seppia.

Un’opera encomiabile a cui solo un idealista può pensare, un pittore dalla memoria perduta, un artista di statura sottoposto al rigore dell’autentico, anche se quando dipinge quell’amore che conquista il tempo viene versato sotto il pennello ei suoi quadri si inondano di una personale e la luce dorata, un velo sottile che nasconde il sordido per abbellire il ricordo.

E se lo spettatore laico rimane sorpreso dalla bellezza della sua composizione e dalla nostalgia dei suoi dipinti, il critico specializzato certifica che siamo di fronte a uno dei pittori spagnoli più acuti e interessanti di oggi dove il suo lavoro ha lasciato un segno profondo nei luoghi che è stato esposto. Un dipinto che vale la pena vedere e ammirare.

Si trasferisce all’estero, dove risiede per oltre dieci anni, approfondendo gli studi in varie capitali europee. Risiede a Berlino, dipinge e collabora per importanti case editrici realizzando illustrazioni e umorismo.

Ritorna in Spagna e prosegue la sua traiettoria artistica tra Madrid e Barcellona. Come viaggiatore instancabile, viaggia in ogni angolo della nostra geografia, dipingendo ed esponendo con un grande successo di pubblico e di critica.

In questi ultimi anni ha dedicato la maggior parte della sua opera alla ricostruzione pittorica di paesaggi e vita della civiltà di quell’epoca che ormai la storia ha consumato. Con un puntiglioso lavoro di ricerca en diversi archivi, biblioteche e mercatai di antiquariato si documenta con pignoleria per trasferire alla tela l’architettura tradizionale di borghi e cittadine, così come i personaggi, gli usi e costumi, l’abbigliamento ed attività che l’evoluzione ha dimenticato, recuperandoli della distruzione e la dimenticanza.

Pastor del Pirineo Aragonès

Traducciòn

LA PINTURA ESPANOLA INICIO DEL NOVECIENTO DEL ARTISTA AURELIO GOTOR

por Giuseppe De Pietro

Aurelio Gotor el artista español es uno de los representantes más emblemáticos de las corrientes conceptuales en el arte de finales del siglo XIX y principios del XX. El suyo es un arte que avanza por caminos completamente nuevos, fusionando por completo su existencia con su ser artista. Gotor inventa el concepto de pintura social, capaz de conducir a una sociedad más correcta; él piensa que todo hombre es un artista y que si todos usaran su creatividad, entonces todos seríamos seres libres.

Conozco al pintor Aurelio Gotor desde hace muchos años y he seguido su trayectoria artística a través de sus exposiciones, así como a través de los comentarios y críticas de expertos del sector difundidos por los medios de comunicación, y he visto cómo ha afianzado su compromiso de traer de vuelta a sus pinturas de una época pasada donde la calma imperaba en la vida de las ciudades y pueblos, y ver como su gente vivía más tranquila respirando aire más puro y el estrés no reinaba en la vida de las personas. Aurelio es un pintor clásico, tanto por la concepción de sus obras como por cómo trabaja con la misma sencillez y riqueza. Todo lo demás, y es casi todo, poesía, ternura y fuerza creativa, solo puede nacer con energía y convicción cuando el pintor ha alcanzado su apogeo.

Tras una minuciosa investigación de documentos antiguos repartidos entre archivos públicos y privados, bibliotecas y mercados de antigüedades, obtiene una documentación rigurosa para poder reconstruir el ambiente y la realidad de cómo era la vida en España en ese momento. Palacios, edificios históricos, posadas, arcos, esquinas, calles donde se encuentran tranvías, carros y carros tirados por animales, mercados, vendedores ambulantes y comercios en la calle y en el portal, subastadores, aguadores, lavanderas de ríos, parques, plazas recónditas donde los niños jugaban y los ancianos se reunían y tomaban el sol.

Estos aspectos de rincones cautivadores que vuelven a la vida y nos trasladan a un pasado que no es mejor, pero más sereno y más cercano a la naturaleza. Cada cuadro es como un espejo minucioso, donde se puede ver reflejada una parte de España. Las piedras, los adoquines guardados en las calles antiguas, son como las heridas del tiempo. De un tiempo quieto que te invitaba a viajar.

Un pasado de una España decimonónica bajo los rayos de luz de las nubes o las suaves escenas folclóricas que conservan el sabor y la dulce tristeza en el fondo de la memoria, es lo que Gotor con alegría, sin prisas y pincelada sobre pincelada consigue llevar a papel y lienzo, transformando su pintura en un espejo que nos devuelve las imágenes de un pasado que el tiempo y el olvido habían manchado la memoria sepia.

Una obra encomiable en la que solo puede pensar un idealista, un pintor con la memoria perdida, un artista de estatura sometido al rigor de lo auténtico, aunque cuando pinta ese amor que conquista el tiempo se vierte bajo el pincel y sus cuadros son inundado de una luz personal y dorada, un fino velo que esconde lo sórdido para embellecer el recuerdo.

Y si el espectador profano se sorprende por la belleza de su composición y la nostalgia de sus cuadros, la crítica especializada certifica que estamos ante uno de los pintores españoles más agudos e interesantes de la actualidad donde su obra ha dejado una profunda huella en los lugares. que fue expuesto. Un cuadro que vale la pena ver y admirar.

Aurelio Gotor nació en 1935 en Zaragoza. Comienza sus estudios de arte en Madrid. Posteriormente se trasladó al extranjero, donde residió durante más de diez años, profundizando sus estudios en diversas capitales europeas. Vive en Berlín, pinta y colabora para importantes editoriales creando ilustraciones y humor.

Vuelve a España y continúa su trayectoria artística entre Madrid y Barcelona. Como viajero incansable, recorre todos los rincones de nuestra geografía, pintando y exponiendo con gran éxito de público y crítica.

En los últimos años ha dedicado la mayor parte de su obra a la reconstrucción pictórica de paisajes y vida de la civilización de esa época que la historia ha consumido hasta ahora. Con un minucioso trabajo de investigación en diversos archivos, bibliotecas y mercados de antigüedades, se documenta minuciosamente para trasladar al lienzo la arquitectura tradicional de pueblos y ciudades, así como los personajes, hábitos y costumbres, vestimentas y actividades que ha tenido la evolución. olvidado, recuperándolos de la destrucción y el olvido.

Sus últimas exposiciones monográficas: 1986, “La Barcelona del siglo XIX”, La Caixa, Barcelona. 1992, “Escenas del Madrid XIX”, Casa de Madrid, Madrid. Indicándolo como un artista fiel que ama recuperar pinturas del siglo XIX.