di Giuseppe De Pietro

Ludovico Einaudi, musicista e compositore noto in tutto il mondo, ha suonato al pianoforte in una suggestiva performance alle Isole Svalbard (Norvegia) al largo del ghiacciaio Wahlenbergbreen.

Sono immagini spettacolari quelle che arrivano dal Polo Nord: Ludovico Einaudi, musicista e compositore di fama mondiale, ha eseguito al pianoforte l’inedito “Elegy for the Arctic”, in una performance suggestiva al largo del ghiacciaio Wahlenbergbreen, sulle Isole Svalbard (Norvegia), per la difesa dell’Artico.
Einaudi ha raggiunto il ghiacciaio a bordo della nostra nave “Arctic Sunrise” unendosi all’appello firmato da quasi 8 milioni di persone per chiedere alla comunità internazionale di sottoscrivere al più presto un accordo che protegga l’Artico dallo sfruttamento e dai cambiamenti climatici.

“L’artico non è un deserto ma un luogo pieno di vita – ha commentato Einaudi – Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa. E interpretare una mia composizione ispirata alla bellezza dell’Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale. Dobbiamo comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi”.

L’incredibile “concerto” si è tenuto proprio alla vigilia di un’importante riunione dell’OSPAR, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell’Atlantico nordorientale, che proprio in questi giorni potrebbe decidere di istituire un’area protetta di oltre 226 mila chilometri quadrati nelle acque internazionali del Mar Glaciale Artico, al momento il mare meno protetto del mondo. Si tratterebbe di un’area con un’estensione pari a quella della Gran Bretagna.

Sebbene la decisione sia sostenuta dal parere del comitato scientifico dell’OSPAR, che ha riconosciuto l’elevato valore ecologico di questa regione e il grave processo di disgelo causato dai cambiamenti climatici, la pressione dei governi di Norvegia, Danimarca e Islanda, che stanno cercando di ostacolare il processo di approvazione, rischia di far saltare l’accordo.

Ludovico Einaudi, musicista e compositore di fama mondiale, mentre esegue al pianoforte il suo inedito “Elegy for the Arctic” su una piattaforma galleggiante alla deriva nel Mar Glaciale Artico. La performance dell’artista italiano si è svolta di fronte al ghiacciaio Wahlenbergbreen, alle Isole Svalbard (Norvegia), in sostegno della campagna di Greenpeace a difesa dell’Artico. Einaudi ha raggiunto il ghiacciaio a bordo della nave “Arctic Sunrise” di Greenpeace, unendosi all’appello firmato da quasi otto milioni di persone per chiedere alla comunità internazionale di sottoscrivere al più presto un accordo che protegga l’Artico dallo sfruttamento e dai cambiamenti climatici. «Arrivare qui è un’esperienza incredibile. L’artico non è un deserto ma un luogo pieno di vita. Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa. E suonare una mia composizione ispirata alla bellezza dell’Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale.

Dobbiamo comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi», ha commentato Ludovico Einaudi. L’azione di Greenpeace si è svolta alla vigilia di un’importante riunione dell’OSPAR, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell’Atlantico nordorientale, che proprio in questi giorni discute dell’istituzione di un’area protetta di oltre 226 mila chilometri quadrati nelle acque internazionali del Mar Glaciale Artico, al momento il mare meno protetto del mondo. Si tratterebbe di un’area con un’estensione pari a quella della Gran Bretagna.

La decisione è sostenuta dal parere del comitato scientifico dell’OSPAR, che ha riconosciuto l’elevato valore ecologico di questa regione e la gravità del processo di disgelo causato dai cambiamenti climatici. Per questo Greenpeace chiede l’istituzione di un Santuario Artico in cui sia vietata qualsiasi attività industriale ed estrattiva. Tuttavia, sotto la pressione dei governi di Norvegia, Danimarca e Islanda, che stanno cercando di ostacolare il processo di approvazione, l’accordo potrebbe saltare. Nelle scorse settimane Greenpeace ha pubblicato il rapporto scientifico “What happens in the Arctic doesn’t stay in the Arctic” (Quel che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico), svelando come questo ecosistema unico e prezioso si stia scaldando due volte più in fretta che qualsiasi altra regione del mondo, con possibili gravi ripercussioni sull’intero clima terrestre, che alle nostre latitudini si manifesteranno con un incremento dei fenomeni metereologici estremi. Come se non bastasse, il ritiro dei ghiacci causato dal riscaldamento globale renderà più facile la pesca, il trasporto marittimo e l’estrazione di combustibili fossili, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’Artico. Basti pensare che a causa della scomparsa dei ghiacci, per realizzare la performance è stato necessario costruire una piattaforma galleggiante che potesse sostituire la banchisa e ospitare il pianoforte su cui Einaudi ha suonato la sua elegia in difesa dell’Artico.

Quel che accade nell’Artico non resta nell’Artico: il surriscaldamento di questo ecosistema unico e prezioso può avere gravi ripercussioni sull’intero clima terrestre!