di Maria Giovanna Blandini

“Se una persona si trova in difficoltà, il modo migliore di venirle in aiuto non è quello di dirle esplicitamente cosa fare, quanto piuttosto di aiutarla a comprendere la situazione e a gestire il problema facendole prendere, da sola e pienamente, le responsabilità delle proprie scelte e decisioni. Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé.” Questo è in sintesi il Counseling riportando le parole di Carl Rogers.
Il primo che , negli anni cinquanta, ha gettato le basi di questo nuovo approccio alla persona: vista non più come “paziente” ma come “cliente”.
Secondo Rogers l’ Essere Umano viene considerato “il maggior esperto della propria esperienza personale caratterizzato da una innata tendenza alla crescita ed all’autorealizzazione che lo spinge ad utilizzare le proprie risorse in modo costruttivo, in presenza di condizioni facilitanti”.

È in quest’ottica che “mi sono vista allo specchio e ho trovato me in te”.
Questo mi dico oggi.
Vivo nel presente.
Sto imparando ad ascoltarmi attivamente ad entrare in punta di piedi nel mio mondo.
Se prima non opero così dentro di me non riuscirò a farlo con “l’Altro” , il ” Cliente”.

Al termine “cliente” preferisco “Persona” anche se questo termine ha un se’ il significato di “maschera” ..In fondo tutti indossiamo delle “maschere” che ci proteggono , maschere nel ruolo, in famiglia,con gli amici , nel mondo.

Spogliarsi delle maschere non solo non è facile ma il più delle volte è “sconveniente”.
Bisogna avere “coraggio”cioè fare azioni che partono dal “cuore”.

Nel colloquio di counseling ,per me,io
ascolto l’Altro attraverso il mio mondo, che non è il suo.
Eppure posso raggiungerlo, ci possiamo incontrare se ci ascoltiamo se riusciamo ad “entrare in punta di piedi” e “gettiamo le maschere” ..
Quando ci riusciamo , insieme, ci sentiamo “com-presi” ,creiamo un mondo più ampio, gli orizzonti si allargano ed entriamo in una stanza ampia che ci “accoglie”…Non è una “zona di comfort” è una zona nella quale ci “riconosciamo” , ci “specchiamo”, vediamo i nostri differenti mondi, ci accorgiamo amorevolmente dei nostri limiti e ci accettiamo.

Questo è il Counseling per me :
è vivere secondo questa “modalità interiore” e acquisire gli “strumenti” che ti aiutano a vedere a capire a creare questa “relazione costruttiva” con te stesso e con il mondo.

Quindi il primo fondamentale strumento del counselor è l’Ascolto.
Che si avvale di tecniche di ascolto e di comunicazione.
Ci sono delle “regole” da rispettare , ci vuole umiltà per apprenderle.

È studiando , osservandomi, nell’interazione che vedo e scopro “modalità automatiche” , inconsapevoli , frutto di condizionamenti passati e presenti.

È’ grazie al Counseling che mi sono accorta di quante volte inserivo ed inserisco ancora il “pilota automatico” nelle relazioni, nel modo di pensare, di esprimere, di reagire.

Vivere il Counseling è stato ed è per me prendere consapevolezza di automatismi,di difese,di paure ma anche e soprattutto di risorse di nuove potenzialità.

Nella relazione vedo e scopro le mie ferite non ancora del tutto “guarite”e vedo quelle dell’altro.

Vivo il Counseling come un impegno costante, come una visione, un modo di essere, di porsi, di interagire che mi sta trasformando la vita.

Oggi non mi sento più fagocitata dalle richieste esterne, ho riscoperto la giusta distanza nell’accoglienza e nel rispetto verso l’altro.

Mi sto concentrando su questo percorso che ripeto per me essere una strada di Ascolto ,di conoscenza che porta ad una maggiore consapevolezza .

Da ciò nasce il desiderio di “com-prendere” tutte le mie zone d’ombra senza classificarle giudicarle e soprattutto relegarle.

Per dedicarmi con animo sereno a ciò che sento essere la mia “mission possible” : attraverso questa relazione autentica di ascolto facilitare nell’Altro lo stesso processo di crescita e di auto-consapevolezza ,di fiducia nei propri mezzi e nella propria bellezza.

Una continua scoperta , un viaggio all’interno di se stessi, sempre in relazione con i “compagni di viaggio” che incontriamo ,che scegliamo.

Un percorso che dura tutta la vita,
mosso dal coraggio di essere se stessi ,dal desiderio di scoprire i propri mondi.