di Giuseppe De Pietro


La Marina Militare gestisce oltre 800 segnalamenti marittimi di vario tipo, dalle boe luminose ai fari monumentali, lungo gli ottomila chilometri di costa italiana, sulle isole minori e nei porti di maggiore importanza. Il farisea un mestiere romantico e senza tempo non alla portata di tutti però, che trova il suo mistero anche nell’arte e nella letteratura. Un mestiere, per così dire d’elite, per pochi. Qualcuno si dice «incantato dalla natura e che sogna di prendersi cura di questa affascinante sentinella dell’infinito. 
Le ragioni che spingono, tanto i giovani quanto i pensionati, a valutare di fare una scelta del genere, sono sempre le stesse: ritrovare un senso di libertà, fuggire dalla routine, staccare la spina dalla quotidianità, stare soli per pensare, scrivere o ritrovare la pace perduta e soprattutto vivere a contatto con la natura. La molla che spinge tutti è la voglia di dare un calcio al caos delle città, ma qualcuno è stato anche influenzato da un recente sondaggio inglese, secondo cui la più gettonata e trasgressiva fantasia erotica femminile è «fare l’amore in un faro con un uomo sposato». 
L’aspirante farista può appartienere a tutte le categorie sociali, sia uomini che donne, accomunati dalla passione per il mare e dal desiderio di poter vivere in un faro. La preparazione è soprattutto tecnica e consiste nella conoscenza di tutte le apparecchiature utilizzate per il funzionamento dei fari e fanali e naturalmente una certa attitudine a vivere a contatto con il mare in ambienti isolati, e la capacità di guidare piccole imbarcazioni.
I fari a gas ormai non esistono più, quelli più isolati e marginali sono disabitati (ma non tutti: basta pensare al faro di Capocaccia in Sardegna). Il guardiano del faro oggi non deve svolgere i compiti riservati in passato ai faristi, poiché le nuove tecnologie e l’automazione hanno reso il mestiere di guardiano del faro quasi hi-tech. Per tale ragione il numero di custodi di fari si è notevolmente ridotto negli ultimi decenni.
Nonostante tutto, però, il guardiano del faro continua ad essere, nell’immaginario collettivo, un personaggio romantico, dal fascino letterario. E a volte è davvero così. Il farista di Capo Bellavista, ad esempio, era un pittore che pitturò all’interno tutta la torre. E tra i faristi-artisti si ricorda anche un tenore. Ci sono state in passato diverse fariste donna come a Torre Preposti, che ha scelto questo mestiere difficile (vivere da sola e non essere sposata). L’ex custode a San Benedetto del Tronto dice che tornerebbe nel faro. «Ho nostalgia di quel silenzio, di quel sentimentalismo della risacca delle onde. Dell’appuntamento con la notte, con l’accensione all’imbrunire e i controlli sotto le stelle». Oppure un ex farista in Toscana dice: «È un lavoro adatto agli appassionati della vita semplice e si trasforma in una ricerca quotidiana di valori e ideali. È questo ad attirare persone di tutte le età, un modo per riempire il vuoto di oggi». 
«Fare il guardiano è un dovere, una responsabilità. Bisogna essere predisposti. Le difficoltà sono moltissime, i gabbiani, i topi, l’isolamento, in cui trascini anche la famiglia. Con mia moglie e le mie tre figlie abbiamo passato anni interi vedendo pochissima gente. Ma almeno io la solitudine non la sentivo. A volte mi incanto pensando a quanti miliardi di occhi mi hanno visto senza che io li vedessi», dice oggi l’ex guardiano ottantenne del faro di Lampione a largo di Lampedusa. Per gestire i fari e i segnalamenti marittimi affidati alla Marina sono oggi in servizio circa 140 faristi, la maggior parte dei quali vive con le proprie famiglie nei fari, per un totale di 60 fari presidiati. I restanti risiedono negli alloggi della Difesa non collegati ad un faro.
Il guardiano del faro, la metafora più bella del mondo. Il faro può essere visto a chilometri di distanza da centinaia di persone, ma in realtà, soltanto per alcuni e solamente per questi, la sua luce diventa di vitale importanza. La luce del faro diventa in questo caso non un’affascinante attrazione, ma la direzione, la rotta da seguire per raggiungere la meta. Di notte e di giorno, con la luna o la tempesta, prigioniero del suo faro come di una torre d’avorio che in molti gli invidiano. Professionista contemplativo, uomo di altri tempi, perso in un’altra epoca, il guardiano scatta su per la chiocciola delle scale come a salire verso il cielo.
Molte donne lo vorrebbero, trasgredire è il sogno di molte donne facendo l’amore in un faro. Probabilmente,  nell’immaginario delle femmine sposate è la fede al dito del partner occasionale, ma ci piace pensare che anche la location abbia il suo perché. Se il fatto di essere chiusi in una torre a picco sopra le onde del mare produce effetti afrodisiaci oltremanica, sul Continente si limita a esercitare del semplice fascino. La tranquillità, la lontananza dagli altri esseri umani, il ritmico sciabordio delle onde e il contatto diretto della natura sono alcune delle motivazioni che spingono sempre più persone a passare spartane settimane all’interno di un faro in una sorta di rifugio rigenerativo per il corpo e lo spirito. Un’esigenza che ha subito trovato un’adeguata offerta da parte di chi gestisce i numerosi fari disseminati sulle coste di tutto il mondo. La diretta proporzionalità fra l’incremento dello stress e quello delle proposte di vacanze rilassanti è un dato che fa pensare sulla strada che sta prendendo la nostra esistenza, ma per il momento la voglia di porsi domande non sembra di molti. E allora, le risposte sono giorni, lontani del mondo vedendo il mare dall’alto.
UNO SPECIALE E QUELLO DI CAPO SPARTIVENTO
C’è solo l’imbarazzo della scelta. Se volete rimanere dalle nostra parti, il faro più gettonato è quello di Capospartivento, nella Sardegna sudoccidentale. Costruito circa un secolo e mezzo fa, è recentemente diventato un hotel di lusso, dotato di tutti i confort fra i quali la tranquillità è probabilmente il più apprezzato.
IN CROAZIA C’E’ NE SONO TANTI FRA SAVUDRIJA, SVETI IVAN NA PUCINI, PORER
Se preferite l’Adriatico, vi conviene oltre passare il confine di pochi chilometri e spingervi fino a Savudrija, dove sorge uno dei fari più antichi della costa che fronteggia l’Italia. Dispone di un solo appartamento che può ospitare quattro persone senza particolari esigenze di lusso ed è sufficientamente vicino all’abitato di Umago da permettere di evitare una scorta eccessiva di viveri e beni di prima necessità. Sempre in Istria si trovano il faro di Zub, una struttura automatizzata e quindi disabitata al cui interno c’è un appartamento per sei persone, ideale per un soggiorno familiare lontano dalla vita quotidiana, e quello di Sveti Ivan na Pucini, un’isoletta di 70 per 50 metri situata di fronte a Rovigno. Sull’isola vive solo il guardiano del faro, per cui è necessario acquistare i beni alimentari al porto d’imbarco di Rovigno. All’interno della struttura, costruita nel 1853, ci sono due piccoli appartamenti. Sulla punta meridionale della penisola istriana, su un’isola di fronte a Pola, c’è il faro di Porer, che ospita due appartamenti per quattro persone. La piccola isola è a pochi chilometri dalla terraferma e fa parte di un minuscolo arcipelago che, soprattutto al calar del sole, regala panorami straordinari.
OPPURE SULL’ISOLA DI DUGI OTOCK DA CUI SI GODE UN PANORAMA MOZZAFIATO
Sull’arcipelago che si dipana di fronte a Zadar, sull’isola di Dugi Otock, sorge uno dei più bei fari della Croazia. Dalla fua sommità, posta a 40 metri dal terreno, si gode un panorama indimenticabile. La struttura, che è circondata da una rigogliosa pineta, ha due appartamenti in cui è possibile soggiornare tutto l’anno.
LA DALMAZIA POI A PRISNJAK, PLOCICA PRIGRADICA, STRUGA
Scendendo in Dalmazia, il mare è costellato di isole piccole e grandi che rendono assolutamente unico il paesaggio di fronte a Spalato. È su queste isole, in posizioni isolate e straordinarie, che sono stati costruiti fari dal fascino incredibile. Come il Faro di Prisnjak, sull’isola di Murter, che ha un appartamento per quattro persone, quello di Plocica Prigradica, sull’isola di Korcula, che dispone di due grandi appartamenti in grado di ospitare dalle 6 alle 8 persone, e quello di Struga, sull’isola di Lastovo, che ha diversi appartamenti disponibili tutto l’anno.
PER UN ROBINSON CRUSOE ALLORA LA SPERDUTA SUSAC FA PER VOI
Un po’ più a sud, sul parallelo di Dubrovnik e Giulianova, per intenderci, potete tuffarvi nella quiete celeste e verde dell’isola di Susac, un’isola disabitata che ospita un faro altrettanto solitario. All’interno si trovano due appartementi riservati agli amanti dei grandi silenzi e della vita spartana. Arrivarci non è facile, rimanerci non è da tutti.
IL  PIÙ SUGGESTIVO DI TUTTI, QUELLO SULL’ISOLA DI PALAGRUZA
Ma quello che per molti è il faro più suggestivo del Mediterraneo si trova sull’isola di Palagruza, in mezzo all’ Adriatico, tra Spalato e il Gargano. È circondato da scogliere impervie e dal blu intenso del mare ed è il prototipo del faro isolato dal mondo. Per raggiungerlo sono necessarie tre ori di taxi-boat ed è bene premunirsi di tutto cià che occorre perché sull’isola di Palagruza non esistono centri abitati.
AD HARLINGEN, IN OLANDA, SEMPRE IN FUNZIONE
Se preferite altre temperature e altri colori, dovete cambiare latitudine. E mare. Risalire fino al Mare del Nord, per esempio. Sopra i tetti delle abitazioni di Harlingen, in Olanda, svetta un faro in stile art decò trasformato in lussuoso resort. Al suo interno, tre suite dotate di ogni comfort. Sulla sommità, una lanterna che indica ancora la rotta ai marinai. Volete qualcosa di ancora più freddo? Dovete approdare nel Regno Unito e spingervi a nord, in Scozia, sulla costa che si affaccia sul Mare d’Irlanda.
IN SCOZZIA  IL FARO DI  STRANRAER VECCHIO DI 200 ANNI
Nella cittadina di Stranraer, un faro costruito nel 1815 e ancora funzionante è stato trasformato in una residenza di lusso. Il fascino è immutato, il panorama è ancora mozzafiato ma le comodità sono quelle del terzo millennio. Qualche chilometro più a sud, sulla baia del fiordo scozzese di Loch Ryan, sorce il Corsewall Lightouse, un antico faro trasformato in residenza di lusso con un romantico ristorante che si affaccia sulla costa.
IL MEZZO AI FIORDI IL FARO MOLJA RESTAURATO
Ma c’è ancora qualcosa di più freddo e selvaggio, se volete. Più o meno sullo stesso parallelo, ma a una distanza in linea d’aria di quasi 700 chilometri, sorgono due fari dal fascino incredibile. Ad Aalesund, nella parte settentrionale della regione dei fiordi norvegesi, all’entrata del porto, si trova il faro Molja, che ospita una suite dal panorama a dir poco suggestivo.
SE SIETE AVVENTUROSI SULLE ISOLE FAROE C’È IL FARO DI SVINOY
In mezzo all’Atlantico settentrionale, sulle isole Faroe, si erge il faro di Svinoy. Incastrato tra gli scogli, è raggiungibile solo in elicottero ed è circondato solamente dalle onde che spazzano gli scogli aguzzi. Dalle 4 camere doppie e tre singole si gode un panorama straordinario. Certo, è un pelo scomodo.