di Giuseppe De Pietro

Mi è rimasto impresso il giorno in cui, insieme alla mia ragazza Maria de los Angeles ho fatto visita alla libreria Ateneo in centro a Buenos Aires: avevo appena finito il liceo, e dovevo scegliere la facoltà universitaria alla quale iscrivermi. Ho acquistato un libro di Jiddu Krishnamurti, “La ricerca della felicità seguendo la rivoluzione interiore”, che nei giorni successivi ho divorato, meditando di studiare filosofia. L’India continuava a chiamarmi, e io iniziavo ad ascoltare in modo più consapevole.
Trasferitomi anni dopo a Roma da fotografo, abbandonando l’idea dell’università, sono venuto a conoscenza dei viaggi organizzati da un gruppo di studio che partecipava ai workshop tenuti dai Milon Mela, a Santiniketan in Bengala, luogo di origine del poeta Rabindranath Tagore, dove sorge anche la celebre università fondata dal poeta bengalese. Ho subito preso contatti, pronto a partire, e anno dopo anno quasi ogni anno sono stato a un passo dal prenotare il volo: ma quello verso  l’India non era un viaggio come un altro.

India: Una parola che ha sempre sprigionato per me una fragranza unica, fin da ragazzo. Per una di quelle alchimie inspiegabili razionalmente. Qualcuno parlerebbe di un legame con una vita passata, altri di un’affinità elettiva con la cultura di un paese lontano da quello delle mie origini e da quello in cui in quel periodo abitavo; l’Argentina. Sono sempre stato attratto da tutto ciò che profumava di India, dalle profonde correnti filosofiche e spirituali alle arti, fra musica e danza, fino alla moda etnica indiana. L’incredibile India è uno degli Stati più grandi e popolosi del mondo e quindi mi risultava difficilissimo pensare in un viaggio in India. Anche se, nel momento sarebbe difficile di fare una scelta e decidere quindi un itinerario ben specifico. Mi era chiaro un programma (o sognavo) un viaggio in India?
L’India inizia a chiamare con largo anticipo, perché sa che il viaggiatore deve preparare l’incontro con lei passo dopo passo, e solo quando i tempi saranno maturi per lui, sarà pronto a spiccare il volo. Il mio percorso di preparazione e avvicinamento all’incontro con l’India è passato anche attraverso un periodo di studio preparatorio del l’induismo. Ci sono stati libri, immagini, film visti con un fremito nel cuore, perché il desiderio di partire, di essere in India con il corpo e con l’anima, è sempre stato forte, tanto da non riuscire quasi a sopportare l’interferenza di uno schermo.

Un viaggio in India non l’affrontavo come gli altri. Viaggerò insieme a Maria de los Angeles, incontreremo esseri umani e animali, scriverò e fotograferò il mio percorso, il mio specchio e il mio specchiarmi, un viaggio in India molto desiderato. Ma non è solo per questo. Ecco quindi la prima cosa che mi sento di dirvi: siate certi della vostra meta. Non vi sto scoraggiando, tutt’altro. Il viaggio in India, dove staremo per venti giorni, è un’esperienza a cui penso molto spesso e che spero di ripetere nel nostro vagare per il mondo per professione, ma comunque, bisogna esserne convinti.
Finalmente il giorno fatidico della nostra partenza per l’India insieme a Maria de los |Angeles: uno dei miei più grandi sogni di viaggio sta per realizzarsi, e ne condivido l’emozione partecipando alla bella iniziativa di alcune colleghe che mi raccontarono e che c’erano già state.
Sì, so di partire subito da un’esperienza magica: la lettura di un libro all’interno di una tenda, sotto un cielo stellato, nella Spiti Valley, la più estrema tra le regione dell’India, la culla della cultura tibetana. Che ne pensate? Questa è una storia dell’India, di quel paese, che decidemmo di partire, sapevo all’incirca quanto ricordavo dai racconti dei miei colleghi giornalisti, accettando di rivestire l’improbabile ruolo di viaggiatore: e insieme una preziosa testimonianza involontaria sull’India al tramonto della colonizzazione passando per l’era informatica.

Dovremmo riuscire a vedere tutto ciò che desidereremmo in un Paese davvero complesso di cui, se abbiamo deciso di affrontarlo insieme a “lei” in un vero e proprio viaggio fai da te, che sicuramente godremo appieno. Ho la consapevolezza che le strade indiane sono davvero inaffrontabili. Sia nelle grandi città come Nuova Delhi, sia nei cosiddetti villaggi di fango. Tra vacche sacre (e tori giganteschi!) che sostano al centro delle carreggiate, anche in autostrada, sorpassi a destra e a sinistra, pedoni che si lanciano nella notte per attraversare, buchi per terra, biciclette e motorini che sfrecciano ovunque, più volte ci siamo chiesti come facessero ad arrivare vivi a fine giornata. Detto questo, avrete capito che un driver che vi faccia risparmiare tempo (e conservare la vostra vita) è fondamentale. Noleggeremo quindi, provare a cercare un driver una volta arrivati in India e città per città, ma è chiaro che potreste non riuscire ad accordarvi sui lunghi tragitti, come, per esempio, Agra/Khajuraho che è lungo e complesso. Il driver sembra un trattamento di lusso, invece è un servizio che costa meno di quello che vi immaginate e che in Paesi come l’India è di vitale importanza, come un angelo custode.

In India consiglierei i migliori eco-stay nel paese dei templi, del Gange e dei mille colori, ma prima dobbiamo dare risposta ad una domanda importante. Quale? Scopriamolo! Tradizioni indiane, con eco-resort, eco-stay, ospitalità sostenibili, hotel eco-friendly: di nomi ne esistono davvero di mille colori. Ma vi siete mai chiesti come fa un eco-stay a definirsi tale? Ecco quindi cosa ne è emerso.
L’ambiente che accoglie l’eco-stat quando l’ospitalità è circondata dalla natura, si deve controllare quali sono le buone pratiche di viaggio sostenibile offerte. Alcuni degli ecostay più belli e green della magica India. Un incentivo alla realizzazione dei propri sogni, per chi si ciba di viaggi, quotidiani, reali e vagheggiati a colazione, pranzo e cena. Dedico alla visualizzazione del viaggio una parte della mia meditazione giornaliera, perché i passi – e il progetto connesso – siano immersi nella luce, e ogni incontro che ci porterà sia improntato all’armonia e all’amore.
Viaggiare in India sì, ma sempre in modo consapevole, il che significa apprezzare anche e soprattutto la bellezza delle piccole cose quotidiane, che sono già viaggio. Speriamo vivamente di incrociare della bella gente, sicuro che sarebbe un incontro emozionante e fonte di bellezza.

Cosa significherà questo viaggio per noi? di una cosa siamo sicuri: ci farà crescere, come ogni viaggio, ma, come sento da molti che hanno già fatto il “battesimo indiano”, in modo ancora più profondo e significativo perché si tratta dell‘India, madre e incantatrice, che attraverso le sue molteplici contraddizioni fa da specchio ai nostri paesaggi interiori più inesplorati e ostici da affrontare.
Ma, come molti consigliano prima di un viaggio in India (e che vale sempre, ma lì, ne siamo sicuri, ancora di più), rimarremo aperti all’inaspettato, non programmabile e per questo ancora più pregno di emozione e nutrimento. Partirò con Maria degli Angeli, ma non ho dubbi che tornerò con una valigia di incontri profumati di vita vissuta.

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