di GIUSEPPE DE PIETRO

Vette innevate e ghiacciai, pianure sconfinate, ecco la Patagonia Argentina… spettacolare terra dell’incontro fra l’uomo e la natura eterna del Perito Moreno, le colonie di pinguini di Magellano, le balene franche australi. Un’esperienza unica che Suntime Magazine propone dove condividere assieme le emozioni che questa terra può trasmettere. Ma l’Argentina non è solo Patagonia, questo paese è un vero e proprio scrigno di tesori naturalistici, le sconfinate pampa, i rossi canyon e i salar nel Nord, le spettacolari e incomparabili cascate del fiume Iguazù. L’Argentina merita un viaggio nella vita. dopo chilometro, la Patagonia si svela in tutte le sue molteplici sfaccettature. I giorni passati in Patagonia passano tanto presto, che ci si ritrova ad averne molti dietro le spalle senza che ci si sia accorti del loro trascorrere.

Un viaggio di grande respiro la visita in Argentina visitando la Patagonia alla Terra del Fuoco. E’ veramente una full immersion nella natura sia per quanto riguarda i paesaggi, indimenticabili come colori e varietà, sia per il contatto e la vista di animali inusuali alle nostre latitudini. Si tratta di un viaggio intenso per quanto riguarda i lunghi trasferimenti in pulmini, ma piacevole e comodo perchè ovviamente in Argentina e Cile si trova di tutto, si mangia bene e si beve meglio. Ti porta nel cuore dell’America meridionale. La Patagonia si divide in due aree: andina caratterizzata dalla catena montuosa delle Ande che regala paesaggi spettacolari di valli, ghiacciai, pini e laghi come Lácar, Nahuel Huapi, Merendez, Futalefquen, Viedma e il Lago Argentino; ed andina caratterizzata dalla presenza di altipiani, steppe ed enormi estensioni ventose e semidesertiche che si estendono fino all’Oceano Atlantico.


Stupendi paesaggi e natura incontaminata composta da laghi, montagne, vulcani, ghiacciai e cascate rendono la Patagonia un paradiso terrestre, come se ci si trovasse alla “fine del mondo”, solo questo vale il motivo per visitare questa spettacolare regione oltre alla fauna e flora che la rendono selvaggia.
La Patagonia, vasta circa un milione di chilometri quadrati, offre meravigliosi paesaggi incontaminati grazie anche alla sua poca densità di popolazione e si estende fra l’Argentina, il Cile e la Terra del Fuoco.

Le tappe principali in un viaggio in Patagonia sono: la Riserva Naturale Punta Tombo per ammirare i pinguini di Magellano; la Penisola di Valdes nonché patrimonio mondiale dell’Unesco con la possibilità di avvistare le balene così come anche a Punta Piramides dove si trovano anche i leoni marini.



In questa affascinante regione è da visitare il Parco Nazionale de los Glaciares per poter fare un giro in barca e raggiungere il Ghiacciaio del Perito Moreno, anche se il ghiacciaio più grande del parco è quello di Upsala sito lungo il lago Argentino e confina con il Cile dove si trova il Parco Nazionale Torres del Paine, una riserva che racchiude tre enormi torri di granito.
La meta più ambita durante un tour della Patagonia, che si trova in Argentina, è la Terra del fuoco, con capitale Ushuaia, per ammirare leoni e elefanti marini, pinguini Papua.



Per gli avvistamenti delle balene bisogna raggiungere Puerto Madryn, mentre i pinguini magellano si possono trovare nella penisola di Punta Tombo.Bellissimi sono i sette laghi dove si percorrono a piedi i laghi più importanti come Machonico, Correntoso, Escondido, Lacar, Villarino, Espejo e Falkner.

Gli amanti del trekking possono sbizzarrirsi in un viaggio in Patagonia, infatti, per chi predilige l’avventura e l’adrenalina, è interessante sapere che sul Ghiacciaio Perito Moreno è possibile fare trekking o passeggiare sulle passerelle che lo affiancano.
Ma anche gli amanti degli animali non possono non andare in Patagonia per ammirare specie uniche al mondo come la volpe della Patagonia, il Guanaco, il pinguino di Magellano.

Come la Siberia e il Sahara, la Patagonia è diventata metafora del vuoto e dell’estremo, le cui frontiere si estendono oltre i veri confini per racchiudere un’idea evocativa del luogo. Un luogo dell’immaginazione, ancor prima di essere un luogo fisico reale. Un luogo non-luogo, la cui identità è quasi interamente una costruzione mitica. 

Il paesaggio orizzontale e brullo, monotono, dove la costante è lo spazio sconfinato. Come la Siberia e il Sahara, è diventata metafora del vuoto e dell’estremo, le cui frontiere si estendono oltre i veri confini per racchiudere un’idea evocativa del luogo. Prova ne è il fatto che quasi tutti sappiamo localizzare geograficamente la Patagonia nella punta meridionale del continente sudamericano, ma non sappiamo definirne i contorni e non riusciamo a tradurla in parole.

Cos’è la Patagonia? È quella terra aspra, desolata, di frontiera, senza confini, senza strade, scarsamente popolata, di cui sembra possibile raccontare solo per negazione o piuttosto quell’insieme di magnifici siti d’attrazione, che necessitano l’uso di superlativi e di aggettivi positivi per essere descritti e che abbiamo imparato a conoscere nelle guide turistiche? E perché attrae così tanto viaggiatori e scrittori? Per capirlo bisogna innanzi tutto sottrarsi all’illusione della carta geografica, che ce la presenta come un’entità omogenea, una lingua di terra che si allunga verso il Polo Sud.

Lasciando l’Atlantico e la Penisola Valdes con tutta la sua varietà animale e dirigendosi verso le Ande, ci si perde subito in un paesaggio orizzontale e brullo, monotono, dove la costante è lo spazio sconfinato. Una pianura desertica, arida e pietrosa, punteggiata dagli arbusti e spazzata dal vento. In questo apparente nulla si celano foreste pietrificate e resti di dinosauri a testimonianza di una lunga storia geologica.  Al contrario, dal lato cileno, percorrendo la Carretera Austral da Futaleufu in poi, domina il verde: qui è tutto un susseguirsi di boschi ricchi di fiumi, ruscelli, laghi e cascate. Le montagne sembrano tuffarsi direttamente nelle acque dell’oceano, frantumandosi in mille isolotti. Un po’ più a sud si arriva fino al Lago General Carrera, per metà cileno e metà argentino. Poco oltre, la Carretera Austral termina e l’unico modo per scendere più a sud è passare attraverso l’Argentina costeggiando il lago.

Da qui, imboccando la Ruta 40, si può continuare a viaggiare seguendo le Ande fino al Parco de Los Glaciares e perché no, raggiungere anche il Parco delle Torri del Paine riattraversando il confine con il Cile. Senza dubbio è questa la zona più celebrata della Patagonia, con le montagne più iconiche, i sentieri più belli, il lago più famoso e i grandi ghiacciai tra cui spicca il Perito Moreno: un concentrato di bellezza naturale che non può lasciare insoddisfatto il viaggiatore. Nel mezzo, ancora praterie sterminate, qualche insediamento, fattorie isolate, ma anche pitture rupestri di 10000 anni fa.

In poche righe sono condensati oltre 3000 chilometri di percorso. Ha senso avventurarsi in un viaggio tanto impegnativo? Sì, perché solo così si comprende che cos’è la Patagonia e si può rispondere alla domanda di Borges secondo cui “non si capisce perché possa piacere un luogo vuoto”. Chilometro dopo chilometro, la Patagonia si svela in tutte le sue molteplici sfaccettature. Il vuoto incornicia il bello e diviene lo sfondo necessario e irrinunciabile capace di esaltarlo, un insieme indissolubile che ti penetra e ti resta dentro.

I mesi migliori per organizzare un viaggio in Patagonia vanno da novembre a marzo quando le temperature sono più calde; il mese più freddo invece è luglio. I trekking completano il viaggio perchè si cammina in parchi tenuti benissimo, con pochissima gente e con la possibilità di vedere da vicino quelle cime (Il Cerro Torre, Il Fitz Roy) che rimangono un mito per molti alpinisti. Per chi non se la sente di fare passeggiate un pò lunghe, c’è sempre la possibilità di fermarsi prima o di fare percorsi alternativi con paesaggi altrettanto validi. Grandi spazi, natura incontaminata, montagne spettacolari, in uno straordinario contrasto di colori e di immagini, emozioni intensissime per il contatto ravvicinato con leoni marini, balene, pinguini e timidi guanachi. Spettacoli unici della natura: i grandi ghiacciai andini che si frantumano nei laghi sottostanti e le sagome inconfodibili del Cerro Torre e delle Torres del Paine, fino a raggiungere il mitico Canale Beagle e Ushuaia all’estremo sud del continente americano.

In volo Trelew, qui troveremo un mezzo per arrivare a Puerto Madryn base di partenza per una visita di 3/4 giorni alla Penisola di Valdez. Esperienza eccezionale con la certezza di venire a vero e proprio contatto con foche e leoni marini in un ambiente naturale di bellezza unica.Visiteremo Punta Piramide (leoni marini e possibilità di un giro in barca per l’avvistamento delle balene), Punta Nord (elefanti marini), la Caleta, Punta Delgada. L’indomani escursione a Punta Tombo dove vivono migliaia di pinguini. Da Trelew in aereo Rio Gallegos o El Calafate sul Lago Argentino.

Siamo alla base della Cordigliera andina con fantastici ghiacciai.Visiteremo il Perito Moreno un ghiacciaio che scarica continuamente colonne di ghiaccio con enormi spruzzi nelle acque del lago. Poi a bordo di una bellissima motonave effettueremo la navigazione sul Lago Argentino, partendo da P. Bandera e toccando il Ghiacciaio Upsala, poi fermandosi un paio d’ore alla L. Onelli, in modo da poter fare una passeggiata a piedi e vedere il Ghiacciaio Onelli per concludere di nuovo in barca al Ghiacciaio Spegazzini e tornare a P. Bandera. Poi costeggiando i laghi Argentino e Viedna raggiungiamo El Chalten base di partenza per il gruppo del Fitz Roy e del Cerro Torre dove effettueremo un trek di un giorno fino al Campo Base (Capanna Maestri). Si può salire fino a Mirador e per chi vuole proseguire, arrivare alla Laguna Torre fino al Campo Base. Si rientra per cena, oppure una camminata fino alla Laguna de los Tres, oltre al Campo Base del Cerro Fitz Roy; tutta la giornata ed è più impegnativa perchè il percorso è lungo. Sentiero agevole, a volte acquitrinoso, fino al Campo Base, poi gli ultimi 300 m sono su di una salita mozzafiato che nell’ultimo quarto d’ora impegna in una scalata di enormi massi della morena dei due ghiacciai. Bello arrivare al laghetto.

Spostandoci successivamente in Cile per visitare il Parco Nazionale delle Torres del Paine altro spettacolo di poderose guglie che si specchiano nei sottostanti laghi e laghetti. Brevi camminate durante le quali incontreremo guanacos elegantissimi. Apoteosi di colori: dal blu dei laghi, al nero della roccia, allo splendore dei ghiacci. Molti i possibili trek a piedi, da quello per il Ghiacciaio Grey, a quello per salire alla Laguna Los Torres o per raggiungere le zone meno frequentate della laguna Azul e Cebolla. Da Puerto Natales effettuiamo poi una escursione in barca al fiordo Ultima Esperanza per risalire eventualmente coi gommoni il Rio Serrano. Da Punta Arenas uno sguardo rapido alla cittadina, un’escursione in battello quindi proseguiamo per Punta Delgada, dopo aver visitato l’ Estancia S. Gregorio, del 1887, ora abbandonata con relitti di navi sulla spiaggia. In 20 minuti si traversa lo Stretto di Magellano sbarchiamo nell’Isola Grande della Terra del Fuoco, la percorriamo tutta fino a Ushuaia, la città più meridionale del mondo. Numerose le possibili escursioni a piedi nel vicino Parco Nazionale della terra del Fuoco e nei dintorni e in battello sul leggendario Canale Beagle fino all’estancia Harberton, la missione più antica della Terra del Fuoco. Rientrati a Usuhaia in volo ripercorriamo tutta l’Argentina meridionale per portarci a Buenos Aires dove ci attende l’aereo per l’ Italia.