di Giuseppe De Pietro
Tra prati e boschi, ruscelli e cascate di acqua limpida. Trovare impronte di caprioli e lupi, canti degli uccelli. Dormire e mangiare in borghi antichi, gustare antichi sapori per pochi, non per tutti. Dormire in case private, fienili, o rifugi, chi ha l’amore per l’ambiente può scoprire tutto questo in un’Italia selvaggia, luoghi incontaminati per tutti i piedi. C’è ancora un’Italia dai luoghi selvaggi, dove la natura signoreggia e la presenza umana è rara? Non sono molti, ve ne proponiamo di conoscerli camminando, anche di chi si cimenta alle prime volte in escursionismo e non ha esperienza di selvatico. Non mi sento di mandarvi allo sbaraglio, su tracce di sentieri che si perdono. Vuole essere un’iniziazione al selvaggio, uno sfiorarlo, un intravederlo, a volte un anelarlo, raggiungendolo solo in pochi momenti.
Partiamo raccontandovi i buoni motivi per visitare quell’area, gli itinerari da fare a piedi se si ha voglia di esplorare a piedi oasi ancora incontaminate del territorio italiano, molte delle quali sono state già da molti anni oggetto di trekking organizzati da “La Compagnia dei Cammini”. Sentieri selvaggi dove si può camminare nel silenzio, lontani da ogni traccia umana, dove si respira all’unisono con la natura e ci si perde (con prudenza) tra selve e radure, creste e forre. Lo spirito con cui avvicinarsi ai luoghi selvaggi, lo zaino perfetto, la preparazione fisica e tutte le cose che è bene sapere prima di partire in aree selvagge dal Nord al Sud dell’Italia, isole comprese: Val Grande, Valle Cervo, Val Coderà, Val di Vesta, Lagorai, Valtramontina, Fosso del Capanno, Valle dello Scesta, Cicerana, Monti della Meta-Mainarde, Aspromonte, Orsomarso, Cava d’Ispica, Supramonte. Gli itinerari più belli, la natura da scoprire e i consigli del genius loci, il “custode” del territorio. Un vasto repertorio, con decine di percorsi nella wilderness, dalle Alpi agli Appennini, dai grandi Parchi alle piccole oasi segrete. Infine, i focus su wild swimming e fiumi, canyon e gole, foreste ataviche, coste e dune solitarie, paesi fantasma. Proposte di viaggio per riscoprire il piacere di “perdersi” lontano dalla solita routine e riscoprire il nostro lato wild. Un turismo responsabile scoprire il lago della Vecchia e perdersi tra le note dello Yeti festival. Oppure perdersi nei boschi di abete rosso, nelle rocce bordeaux e nei laghi che punteggiano i lLagorai (Trentino). E condurvi nella silenziosaVal Codera tra storie partigiane e profumi di erbe aromatiche.
Le proposte sono pensate “per tutti i piedi”. Per persone curiose che vogliono perdersi nella natura. Senza troppi programmi e senza troppe formalità. Alla scoperta di sentieri e specchi d’acqua lontani da tutti e da tutto. Per riscoprire il senso dello stare insieme, parlare, scambiarsi informazioni ed esperienze davanti a un panorama o a un bicchiere di vino intorno a un fuoco. Un’esperienza di condivisione e scoperta del territorio nel pieno significato di “turismo responsabile”, guidati da chi quei luoghi li conosce, li abita, li vive.
Non dobbiamo chiederci fino a che punto un ambiente in cui ci inoltriamo sia oggettivamente selvaggio (di solito non lo è del tutto), ma come esso ci possa parlare di sé, delle nostre antiche radici e di noi stessi. Incontrare la wilderness significa entrare in una relazione selvatica, ovvero percepire e reagire per mezzo del nostro corpo e della nostra psiche, indipendentemente da dove ci troviamo, per camminare in luoghi solitari, ospiti della natura in Italia.
Fiumi e torrenti dove praticare wild swimming, gole e canyon da esplorare, foreste di alberi secolari da scoprire, coste incontaminate dove naufragare dolcemente.
Trek pensati non per superatleti, ma per persone comuni, ecoturisti, perché l’obiettivo non è sfidare la natura ma ascoltarla, entrare -con il corpo e con la mente- in una “relazione selvatica”. Valli, montagne e fiumi dove si dorme, si mangia e ci si muove secondo i valori del turismo responsabile.