di Melina Gualtieri

La fisiologia del nostro corpo e i materiali sintetici non vanno quindi d’accordo. La nostra pelle vive meglio fra le cose naturali. Se per ragioni di lavoro o altri motivi non riusciamo ad evitare le materie sintetiche, cerchiamo almeno di indossare abiti naturali quando rientriamo a casa. Questo ci permetterà di scaricare le tensioni accumulate. Così, quando siamo all’aperto, lasciamo che la pelle “respiri” e che vivifichi il nostro corpo.
In caso di malattia o se stiamo seguendo una cura disintossicante dovremmo evitare assolutamente le fibre sintetiche, perché in questi momenti il corpo espelle più tossine.
Una tecnica naturista che permette di scaricare le tensioni accumulate, efficace durante i periodi di nervosismo, è quella di camminare scalzi, meglio sulle superfici naturali. Il piede, che porta descritto per zona riflessa tutto il corpo, stimolato dal movimento su superfici non lisce, crea un massaggio generale e scarica a terra le tensioni elettromagnetiche accumulate nel corpo.
Vestirsi con tessuti lucidi e opachi, fantasiosamente colorati o in sobrie tinte unite allettano oggi i nostri sguardi e gratificano il nostro innato bisogno di colore.
Non sempre però le scelte estetiche vanno d’accordo con le esigenze della nostra salute.
Ci siamo mai chiesti se la fantasia all’ultima moda, il colore top della stagione, il tessuto di nuova tecnologica invenzione, oltre ad arredare la nostra casa secondo il gusto del momento o ad essere tema dell’abbigliamento proposto dallo stilista preferito, è altrettanto utile alla nostra pelle, al nostro corpo e al microclima interno della nostra abitazione?
Quando acquistiamo un indumento o un tessuto per la casa, la scelta verte infatti sul modello, sul colore e sulla fantasia, ma raramente sulla composizione del tessuto.
Sebbene l’estetica sia importante e sia positivo circondarsi di cose belle e piacevoli, questa non dovrebbe essere l’unica motivazione delle nostre scelte, e i fatti lo dimostrano chiaramente.
Quanti di noi hanno sviluppato un’improvvisa allergia cutanea, un’irritazione della pelle, una patologia reumatica o un problema respiratorio senza apparente motivo? Sicuramente molti.
L’ecologia globale e specialmente l’ecologia dell’habitat sostengono che l’abitazione, e in questo caso i tessuti, possono essere una delle cause.
Vediamone insieme i motivi.

LE FUNZIONI DI UN TESSUTO

In passato era normale che i tessuti delle case erano unicamente di derivazione naturale. Il lino, il cotone o la canapa derivavano dal mondo vegetale, la lana da quello animale. Il tessuto era lasciato allo stato grezzo e integrale e poteva agire, come vedremo, positivamente sulla salute dell’uomo e garantire la salubrità dell’ambiente domestico.
Oggi il tessuto non può più definirsi soltanto di origine naturale: nell’ultimo secolo l’industria ha presentato infatti nuovi composti creati ex-novo, cioè prodotti artificialmente in laboratorio.
Sono i tessuti definiti sintetici.
Questi tessuti, prodotti chimicamente, derivano da composti organici come il petrolio, il metano o il carbone. Sono tessuti estremamente versatili perché economici, facili da tingere e comodi da pulire: la maglia acrilica, per esempio, non si restringe né si infeltrisce.
Queste nuove fibre, non a torto accolte gioiosamente perché provviste di trattamento antipiega, anti-tarme, antinfeltrimento e via dicendo, presentano però un “rovescio della medaglia”. Un tessuto sano infatti deve possedere molte caratteristiche per potersi definire tale: deve essere in pratica come una nostra seconda pelle.

LA PELLE E LA SALUTE

Abbiamo una pelle che non riveste semplicemente il nostro corpo ma esplica due importantissime funzioni: la nutrizione e l’eliminazione.
La pelle è una struttura assorbente e incamera aria, luce e calore fornendo quindi il nostro corpo di energie. Contemporaneamente, oltre ad alimentare il corpo, garantisce l’eliminazione delle scorie. Insieme agli altri organi emuntori – reni, intestino, fegato e polmoni – ha la funzione di mantenere il corpo libero da tossine.
Ostacolare le funzioni della pelle significa quindi ostacolare le funzioni corporee e la nostra salute.
Se indossiamo un abito acrilico o dormiamo tra lenzuola sintetiche le funzioni corporee non vengono rispettate e il tessuto non può considerarsi una seconda pelle.
Molti tessuti sintetici infatti non permettono alla pelle di “respirare” e creano un effetto di “sigillo” dell’umidità. Non essendo fibre “vive” e permeabili, l’umidità costantemente prodotta dal nostro corpo – anche in fase di rilassamento e non solo quando sudiamo – permane tra la pelle e il tessuto stesso creando l’ambiente adatto per la proliferazione di batteri e microrganismi indesiderati. Ecco quindi la ferita che non riesce mai a rimarginarsi perché l’ambiente umido non lo permette, e la fragilità cutanea che può svilupparsi in tali condizioni.
Anche la patologia reumatica o artritica può essere una diretta conseguenza di tali condizioni: dormire sul guanciale di fibre sintetiche, dopo una sudata notturna dovuta a un cattivo sonno o calore eccessivo, significa svegliarsi al mattino con il collo umido e dolori articolari. Ben diverso è invece l’effetto benefico della lana che lascia traspirare liberamente il corpo e contemporaneamente assorbe l’umidità corporea lasciando la pelle asciutta.
La pelle possiede un meccanismo di termoregolazione: se è caldo i pori si dilatano, se è freddo si restringono per regolare e mantenere costante la temperatura interna del corpo. A differenza dei tessuti naturali, parecchi tessuti artificiali impediscono questa naturale funzione della pelle. Un caldo e leggero piumino, per esempio, può garantirci calore anche nell’inverno più gelido più di quanto possono fare delle imbottiture o delle coperte in tessuto acrilico.
La lana, il lino, il cotone e tutti gli altri tessuti di derivazione naturale si accordano ai nostri ritmi energetici. Quando siamo a contatto con materiali naturali le energie scorrono senza blocchi e tensioni regalandoci sensazioni di benessere e piacere.
Se invece l’ambiente attorno a noi è artificiale possono mettersi in atto dei veri e propri “cortocircuiti energetici”. Il crepitio o le scintille prodotte mentre ci sfiliamo un maglione sintetico, specie se la giornata è secca, sono una dimostrazione delle cariche elettrostatiche che si possono accumulare in presenza di tessuti acrilici, suole di gomma o mobili in poliuretano. Se siamo irritabili, tesi e stressati sicuramente tali materiali contribuiscono ad aumentare stati tensionali e nervosi, specie se indossati a diretto contatto del corpo o se presenti nell'”ambiente letto”, luogo adibito al riposo e alla ricarica energetica.

QUALI I TESSUTI GIUSTI A CONTATTO DEL CORPO

Come regolarsi nell’acquisto di un tessuto? Non è sempre facile, perché il tessuto sintetico spesso ha la meglio sul mercato. Vediamo allora come orientarsi.
Scegliere esclusivamente fibre naturali per tutti gli indumenti che vengono a contatto diretto con la pelle, cioè lenzuola, camicie, canottiere e tutta la biancheria intima. Preferiamo i tessuti di colore bianco o almeno chiaro, per essere certi che le fibre non siano state sottoposte a colorazioni. È importante ricordare che più il colore è scuro maggiore è il pericolo di allergie. Per i restanti indumenti, se non riusciamo ad evitare i tessuti sintetici, acquistiamoli solo per l’abbigliamento “esterno”, come i giacconi, i cappotti, i maglioni, o quando ci serve un abbigliamento sportivo specifico. Non indossiamo capi tutti sintetici, ma preferiamo un misto di naturale e sintetico.
Vi sono persone che non dovrebbero mai indossare tessuti artificiali che bloccano la traspirazione: i neonati, i bambini, gli ammalati e le persone che sudano molto, come quelli che praticano sport o svolgono lavori pesanti.
In particolari condizioni climatiche, come il gran caldo, i tessuti naturali sono gli unici da indossare.

L’UTILIZZO E LE PROPRIETÀ DELLE FIBRE NATURALI

Il cotone: per il caldo e per il freddo
Il cotone è il tessuto della freschezza. Essendo buon conduttore di calore è consigliato nei periodi caldi perché mantiene fresco e ben ventilato il corpo. Se lasciato allo stato grezzo – per esempio la flanella – la folta peluria lo rende utile anche nei periodi freddi. Possiede una buona capacità di assorbimento e un’ottima resistenza. Può essere lavato alle alte temperature e questo lo rende più adatto per la biancheria intima e per gli abiti da lavoro.
La seta: per lo stress
La seta è la fibra “viva” per eccellenza. Morbida e molto piacevole al tatto, è la più indicata per la pelle, perché ne rispetta la fisiologia. Possiede inoltre il pregio di difendere il corpo dalle cariche elettromagnetiche ed elettrostatiche. Per questo motivo è ideale nei momenti di stress, tensione e superlavoro.
Il lino: assorbe e massaggia
Il lino è un tessuto “difficile” perché si sgualcisce facilmente ed è faticoso da stirare. Possiede però una elevata capacità di assorbimento (gli asciugamani e gli strofinacci di lino sono i migliori) e la trama larga e ruvida lo rende una fibra “curativa” per la pelle. Dormire nelle lenzuola di lino a corpo nudo significa massaggiare la pelle e mettere in atto processi di guarigione dei tessuti cutanei. È una fibra antiallergica per eccellenza e, rispetto al cotone, lascia traspirare ancora più liberamente la pelle.
La lana: per i reumatismi
La lana è una fibra pregiata, ed è di grande aiuto all’uomo in qualsiasi condizione climatica. Oltre a possedere capacità di elevato assorbimento, mantiene costante la temperatura corporea. Il tepore dato dalla lana è un “calore attivo”, ideale per i bambini e per coloro che soffrono di problemi di circolazione del sangue o di reumatismi.
La canapa: tante proprietà
La canapa è una fibra robustissima, molto usata in passato per tessuti e abbigliamento da lavoro. I primi jeans erano proprio in canapa.
Il filo di questa pianta è ruvido, ma con diversi gradi di lavorazione si trasforma in un filato morbido e super-resistente.
Le maglie e gli abiti di canapa possiedono una particolare caratteristica: mantengono la temperatura corporea di chi li indossa. Per questo tengono fresco d’estate e caldo d’inverno. La fibra cava della canapa è infatti in grado di assorbire l’umidità dal corpo e di tenerlo asciutto, donando un senso di comfort.
Inoltre, un indumento o un tessuto di canapa esposto all’aria per una notte, “si rigenera”: gli odori vengono eliminati e la fibra ritrova tono e morbidezza.

CONSIGLI PER I TESSUTI DELLA CASA

Nella casa moderna è frequente l’impiego di tessuti sintetici per l’arredamento. Le tende, i tappeti, le stuoie, le imbottiture di cuscini e divani, le tovaglie ed ogni altro tessuto presente sono spesso di derivazione sintetica o artificiale. Tuttavia le influenze che i tessuti hanno sul microclima interno e sull’aria che respiriamo in casa non sono trascurabili. Il tessuto sintetico, generando cariche statiche, attira ioni positivi e, con questi, la polvere e le particelle inquinanti. Inoltre, non possiede le qualità di assorbire e mantenere una certa umidità nell’ambiente e di rigenerare l’aria: il fumo e i suoi componenti tossici permangono a lungo. Le possibilità di rigenerare l’aria sono invece tipiche proprie della materia “viva”, come le fibre naturali.
Per questi motivi l’aria di certi ambienti è spesso pesante e genera stanchezza, allergie, asma e infiammazioni alle vie respiratorie; le cariche elettrostatiche inoltre aumentano.
Il consiglio è di scegliere il più possibile tessuti naturali, per creare un microclima salubre.
Se nell’ambiente sono presenti diversi tessuti sintetici è bene aerare più spesso l’ambiente e lavare i tessuti con una frequenza maggiore, con poco detersivo neutro, per eliminare la polvere e le particelle inquinanti che tendono ad aderire in grande quantità. La moquette ad esempio può essere smagnetizzata strofinandola con un panno umido, facendo però attenzione che si asciughi bene per evitare ulteriori proliferazioni di batteri.