Brunello Cucinelli: La mia vita
di Giuseppe De Pietro
“Alla guida della mia azione di uomo e di imprenditore c’è l’umanità. La dignità umana è veramente la pietra angolare sulla quale fondo la mia vita”
Nasce nel 2013 l’idea della “Scuola di Solomeo di Arti e Mestieri”, che vede la luce. Lo sguardo al futuro di Brunello vuole che la memoria di un fattore umanistico importante come l’artigianato debba essere conservato e tramandato, e la scuola è il laboratorio dove quest’aspirazione si trasforma in realtà
Nel 2014, ad opera della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, viene presentato il Progetto per la Bellezza, con il quale si realizzano tre immensi parchi nella valle ai piedi del borgo di Solomeo (Parco agrario, Parco dell’Oratorio Laico e Parco dell’industria) recuperando parte del terreno già occupato da vecchi opifici in disuso a favore di alberi, frutteti e prati. L’iniziativa simboleggia il valore cruciale della terra, dalla quale, secondo il pensiero di Senòfane, «tutto proviene». Con questo progetto Brunello sottolinea l’imperativo di ridare dignità alla terra, e sentendosi un piccolo custode del creato dimostra che «La Bellezza salverà il Mondo», tutte le volte che il Mondo, a sua volta, salverà la Bellezza.
Negli anni Brunello Cucinelli ha ricevuto un numero straordinario di riconoscimenti nazionali e internazionali per il suo “Capitalismo neoumanistico”, ma tra tanti, quelli che rispecchiano meglio la sua realtà umana sono la nomina a Cavaliere del Lavoro, consegnatagli dal Presidente della Repubblica, la Laurea ad honorem in Filosofia ed Etica delle relazioni umane, con cui l’Università degli Studi di Perugia gli ha voluto rendere omaggio ed il Global Economy Prize, ricevuto dal prestigioso Kiel Institute for the World Economy con il nobile attestato di aver saputo “impersonare perfettamente la figura del Mercante Onorevole ”,e la prestigiosa nomina a Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana.
“Alla guida della mia azione di uomo e di imprenditore c’è l’umanità. La dignità umana è veramente la pietra angolare sulla quale fondo la mia vita. L’attuale crisi di civiltà può spaventare solo chi non sa guardare il cielo e le stelle. L’immensità del cielo ci permette di vedere che i nostri giorni sono l’aurora di un domani di straordinaria fortuna morale, civile, spirituale”, dice Brunello Cucinelli.
Ora il sogno di Brunello si è avverato. L’impresa che ha costruito quarant’anni fa produce senza creare danni al Creato, guarda al giusto equilibrio tra profitto e dono, difende la dignità morale ed economica dell’essere umano col lavoro che termina sempre alle 17 e 30, non un minuto di più. “Perchè dopo c’è il tempo del riposo, della partitella con gli amici, della cena in famiglia, della riflessione davanti al fuoco del camino o durante una passeggiata sotto le stelle”, racconta Brunello Cucinelli, 65 anni compiuti il 3 settembre e festeggiati stasera con tanti amici giornalisti arrivati da tutto il mondo nello splendore dell’antico castello di Solomeo, acquistato con la moglie Federica e restaurato con pazienza e amore per lunghi anni: luogo del cuore e cuore della fabbrica, dove non esistono cartellini da timbrare né porte da chiudere a chiave, dove si vive in modo naturale, senza forzature, rispettando i ritmi della vita e della natura.
Qui il re del cashmere come lo chiamano gli americani, che lo giudicano l’imprenditore-stilista che ha cambiato il volto dall’abbigliamento maschile degli ultimi 30 anni con lo stile casual-chic, ha realizzato appieno “Il Sogno di Solomeo” come si intitola il suo libro (a cura di Massimo de Vico Fallani) edito da Feltrinelli, svelato sempre questa sera, sbocciato durante quella sua infanzia contadina, povera ma dignitosa perchè piena dei valori della grande famiglia che viveva nella grande casa che si spalancava sul podere. “La tenerezza era il sentimento prevalente da parte di mia madre Maria – scrive Brunello – da lei ho imparato pazienza e spiritualità. Da mio padre Umberto, che oggi ha 97 anni, ho appreso il coraggio di sognare e di scegliere; è un uomo semplice, ma gli debbo qualcosa che ha contribuito al mio successo imprenditoriale, cioè la consapevolezza che qualsiasi progetto implica la fatica fisica e deve avere come fino ultimo l’uomo e la sua dignità”. Su queste basi forti l’imprenditore che controlla un’azienda che ha 1.700 dipendenti (età media 35 anni) e 97 boutique nel mondo e tantissimi multimarca, che nel primo semestre 2018 ha registrato ricavi per 269,5 milioni di euro (503,6 nel 2017), ha fondato quel capitalismo umanistico che lo ha reso famoso e protagonista di una nuova stagione di positività e fiducia in questa nostra Italia. “In questi 40 anni di lavoro ho cercato di vivere come custode pro tempore dell’azienda e dei suoi luoghi, perchè ogni giorno è buono per cambiare e migliorare – spiega Brunello – io sono lo stesso della prima produzione di 53 pullover di cachemire colorati, mi piace essere una persona per bene. Orgoglioso di essere italiano, rispettoso dei sacrifici dei nostri avi. Perchè davvero non conta quanti soldi hai per essere felice!”.
E gira lo sguardo sulla vallata sotto Solomeo, 100 ettari che ha “restaurato” – fiore all’occhiello del suo progetto ‘Periferia amabile’ – spostando sei brutti capannoni industriali e rimodellando le culture antiche e il paesaggio con la vigna e la cantina, ripensando quella periferia agreste sotto all’antico castello che ha riconquistato dignità. “Noi oggi siamo responsabili per le bellezze del mondo – continua Cucinelli che a Solomeo vive con la moglie Federica, il babbo Umberto, la suocera Paolina, le figlie Camilla e Carolina coi mariti Riccardo ed Alessio, le amate nipotine Vittoria e Penelope – e Solomeo per me è il Borgo dello Spirito. E oggi che le periferie sono il problema del mondo mi piace presentare questo progetto nella valle da dove sta ripartendo un futuro di straordinaria rinascita civile, umana, spirituale. Dopo lo spopolamento di qualche anno fa si è tornati a vivere e lavorare bene in armonia con la natura, tra olio, grano, vino e cashmere”.
Inevitabile da lui le citazioni di Seneca, di Adriano Imperatore, di Goethe e di Spinoza e su tutti gli amati San Benedetto e San Francesco: l’amore per la filosofia gli è sbocciato dentro nell’adolescenza, dopo gli “anni incantati” dell’infanzia a Castel Rigone, quando al Bar Gigino, “la mia università” mentre studiava da geometra leggeva libri impegnativi a raffica. Poi, a 17 anni, l’incontro sullo stesso autobus ogni mattina con la sua Federica che aveva solo un anno meno di lui, con lei i primi sogni da grande e la decisione dopo il matrimonio di cominciare a pensare al mondo della moda, cominciando dalla fibra degli dei. La storia fino ad oggi è quella di un uomo appassionato e generoso, amante del prossimo, delle sue radici, capace di creare a Solomeo un Foro delle Arti e poi un Teatro, il Bosco della Spiritualità, la Scuola dei Mestieri per tramandare l’alto artigianato. “Per cinque anni ho pensato al mio libro – conclude Brunello – che con un po’ di timore dedico ai giovani perché questa è una storia di emozioni e parla di rinascita, di fiducia e di speranza”. Ai politici di oggi si sente di dire soltanto “siate perbene”, mentre sta riflettendo sul come umanizzare la Rete: presto incontrerà il capo di Amazon, Jeff Bezos.
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