calcata36calcata33di Giuseppe De Pietro

Si presenta come un borgo antico Calcata, sospeso nel vuoto, sulle profonde forre della Valle del Treja, ricoperte di lussureggiante vegetazione. La prima impressione che si ha, nell’avvicinarsi, è di essere di fronte ad un castello inespugnabile protetto da alte mura, erette su ripide scogliere di roccia vulcanica.
Di origini antichissime come testimonia l’insediamento di Narce, situato alle spalle del paese, che documenta, già per il XIII sec. A.C., la particolare importanza dell’area sottoposta al controllo dei Falisci. Questi, insediatisi sul territorio circostante il Tevere e successivamente inoltratisi in Etruria meridionale in una superficie definita Agro Falisco, subirono nei secoli il dominio e l’influenza artistica degli Etruschi.
Il nome Calcata appare per la prima volta in un documento della fine dell’VIII secolo, sotto il pontificato di Adriano I (772-795), ma fu solo con il possesso dei territori da parte della nobile famiglia degli Anguillara che a Calcata venne eretta la cinta muraria ed il castello Baronale (fine XIII secolo) attualmente proprietà del Parco Valle del Treja. A causa di alcuni cedimenti della rupe tufacea, i calcatesi, a partire dagli anni ’60 del Novecento, si sono trasferiti nel nuovo insediamento posto a valle.

Nel borgo si entra a piedi, attraverso un ampio, doppio, portale di età medioevale parzialmente coperto ma con un’area adatta a scoccare frecce o gettare massi e olio bollente sui nemici. Subito all’interno della porta c’è una piccola piazza su cui si erge la Collegiata dei Ss. Cornelio e Cipriano, risalente alla prima metà del Trecento e più volte ampliata e restaurata. Arricchita da pregevoli stucchi tardorinascimentali intorno all’altare, conserva un bel tabernacolo di marmi policromi del XVI secolo e, per molti anni, ha custodito, prima di un furto sacrilego, la reliquia del prepuzio di Gesù.
Dalla piazzetta si dipanano strette vie che si snodano tra piccole abitazioni e vecchie cantine, oggi restaurate ed adibite a negozi di oggetti d’arte e antiquariato. Il borgo apparentemente non offre eclatanti monumenti, eccetto il Castello e la Collegiata, ma custodisce tanti piccoli angoli, scorci e dettagli così particolari da rendere Calcata un vero gioiello. Girovagando tra i vicoli è possibile riscoprire sui muri delle case le antiche finestre, i portali e i famosi profferli medievali, oramai confusi nelle successive ricostruzioni. Lungo le viuzze si aprono spesso suggestivi panorami sulla valle, a volte preceduti da archi e da antiche scale scavate nello stesso tufo della rupe su cui si erge il paese.
Gli abitanti sono per lo più ormai artisti, scrittori e studiosi che arrivano a Calcata da ogni parte del mondo per riscoprire serenità e pace, tesori difficili da trovare. Esclusive le attività culturali che vi si svolgono, organizzate in accoglienti locali che un tempo erano botteghe o magazzini e i cui spazi accolgono oggi mostre, conferenze, concerti.
Nei dintorni c’è Mazzano Romano in provincia di Roma, inoltre, il Parco Suburbano Valle del Treja, una zona protetta di rara bellezza e di grande valore storico-naturalistico.
La Riserva è attraversata dal fiume da cui ha preso il nome e si estende su una superficie di circa mille ettari. A Monte Gelato una vecchia mola presso l’omonima cascata dà vita ad un angolo di rara suggestione. Inserito nella Riserva è, inoltre, il Museo d’Arte nella Natura che offre al visitatore un percorso di interessantissime opere d’arte realizzate con il gusto e le tecniche dell’estetica naturalistica. Gli artisti che hanno creato questo originale museo all’aperto utilizzano esclusivamente i materiali naturali offerti dal bosco per realizzare composizioni che, inscindibili dal territorio.
www.comunecalcata.it