di Giuseppe Lo Piccolo

Un safari fotografico in Botswana riesce sempre a sorprendere anche dopo numerose visite. La pura bellezza di questo Paese e delle sue riserve naturali è capace di farci vivere un sogno. Un viaggio per conoscere i territori ancora intatti del delta dell’Okavango e del parco Chobe che sapranno regalare emozioni e ambienti dalla ricca biodiversità: foreste di mopane, savana e il famoso delta dell’Okawango popolato da una grande concentrazione di fauna: ippopotami, coccodrilli, elefanti, licaoni, bufali, gru, giraffe e ovviamente leoni, leopardi, iene e tantissimi uccelli tra cui molte specie di aquile. Il workshop fotografico è rivolto a tutti coloro che vogliono approfondire gli aspetti della fotografia naturalistica. Le giornate saranno dedicate all’esecuzione di scatti particolarmente suggestivi per i paesaggi e la natura selvaggia che caratterizza questo viaggio, cercando di catturare l’attimo in cui il comportamento dell’animale è più significativo. Si affineranno le competenze tecniche in un ambiente unico, imparando a sfruttare le possibilità dell’attrezzatura fotografica posseduta, cercando di approfondire gli aspetti tecnici, stilistici e dell’etica della fotografia naturalistica direttamente sul campo. Verranno quindi affrontati gli elementi fondamentali della tecnica fotografica nel reportage di natura (lo studio della luce, le regole della composizione, del colore, l’uso dei tempi/diaframmi come strumento creativo, etc..), ma anche gli aspetti di archiviazione e post-produzione digitale. Il miglior periodo per i safari fotografici va da maggio a ottobre, quando la vita animale è concentrata intorno alle poche aree alluvionali e la vegetazione è divenuta secca.

Il Botswana è legata a quella del Sudafrica che concise con la scoperta di enormi giacimenti di diamanti, fatto che diede un impulso straordinario alla crescita economica del paese, creando i presupposti per la stabilità politica. Gli abitanti del paese si chiamano ‘Batswana’, anche se solo il sessanta per cento degli abitanti ritiene di discendere da questa tribù; i restanti appartiengono infatti ad altre stirpi quali i Bakalanga, secondo gruppo etnico del paese, i Baherero, i Basarwa (bushmen), questi ultimi furono i primi abitanti del territorio, si pensa che occupino queste aree da almeno 30.000 anni, ed ancora oggi vivono, secondo tradizioni millenarie, nelle aree più remote del Kalahari. La maggior parte degli abitanti si concentra nella parte orientale del paese, in villaggi dediti soprattutto all’agricoltura e pastorizia, il resto della popolazione vive nelle principali città quali Maun, Gaborone, Francistown, Lobate e Selebi-Phikwe; solo piccoli villaggi si trovano dislocati nel resto del paese.

Questo paese ha una delle concentrazioni di abitanti più basse al mondo, fatto che, legato ad una politica per il turismo, rivolta alla rigida tutela e conservazione ambientale, ha contribuito al mantenimento di aree completamente selvagge ed intatte, tanto da essere presentato spesso come ‘*il segreto meglio conservato dell’Africa*’. La fauna che popola i parchi ma anche le aree esterne a questi è davvero impressionante e varia; questo paese vanta la più alta concentrazione di elefanti al mondo e uno dei fenomeni naturali più sorprendenti: il delta dell’Okavango.
Il fiume Okavango finisce nelle sabbie del Kalahari formando 15 mila chilomentri quadrati di canali, lagune e corsi d’acqua, creando così uno degli spettacoli più belli del nostro pianeta. Un Paese ricco di fauna, con la più densa popolazione di elefanti in Africa, il Botswana non può che stupire.
Oltre il trenta per cento del territorio costituisce un parco o una riserva naturale. Il deserto del Kalahari Centrale, ultima riserva dei Boscimani, i laghi salati del Makgadikgadi e dello Nxai, il Parco Nazionale del Chobe, sono solo alcuni delle mete imperdibili di questo Paese. Un collage di ecosistemi che rende unica l’esperienza naturalistica di chiunque visiti il Botswana.

Il Botswana sarebbe quasi interamente occupato dal deserto del Kalahari, caratterizzato da infinite distese di sabbia rossa, cespugli, savana e da deserti salini quali i Makgadikgadi Pans, se il fiume Okavango, proveniente da Angola e Namibia, non avesse aperto il suo delta tra le sabbie del deserto, a circa mille chilometri dal mare, formando centinaia di isole, canali e meandri, popolati da elefanti, ippopotami, leoni, leopardi, aquile e pellicani.
Il paese ha una buona rete stradale che collega le principali città ma non le maggiori attrazioni turistiche, obbligando quasi sempre il viaggiatore a noleggiare auto fuoristrada, molto costose, o addirittura piccoli aeromobili per poterne visitare i luoghi più belli. Questo fattore, collegato alla presenza di poche strutture ricettive e spesso di livello molto alto, fatto del Botswana una meta molto cara, anche se un viaggio in queste terre è comunque un investimento ben riuscito, perché regala la sensazione di trovarsi a contatto con un ambiente completamente vergine, con paesaggi di incomparabile bellezza e contrasto.

http://www.botswanatourism.co.bw

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