di Giuseppe De Pietro

Ad una conferenza sul turismo, mi è capitato di incontrare una persona speciale, una persona con una malattia molto particolare e soprattutto molto contagiosa.
Un giorno questa persona mi ha chiesto di seguirla in un’avventura, un viaggio in un paese dove il tempo sembra essersi fermato e il confine fra sogno e realtà cessa di esistere… beh, ho deciso di partire ed è stato allora che sono stato contagiato dalla stessa malattia, l’unica da cui non si vorrebbe mai guarire, è stato allora che ho scoperto cosa fosse il “mal d’Africa” che può rivelarsi un interessante punto di partenza se la malattia in questione è il ‘mal d’Africa’. Almeno finché non ci si ritrova a tu per tu il continente nero che affascina a tal punto da smuovere in ogni suo visitatore qualcosa di profondo che spinge ad aggrapparsi a quei paesaggi incantati, a quella savana arida ma unica e allo stile di vita semplice che rivoluziona ogni preconcetto si possa mai aver avuto sull’Africa.

Una delle porzioni di terra maggiormente presi di mira dai viaggiatori ‘malati’ è la Tanzania,  stato appartenente al quadrante orientale e confinante, gomito a gomito, con altre mete super-quotate come Ruanda, Malawi e il più addomesticato Kenya.
Accantonando lo stereotipo che vorrebbe l’intero continente ancora preda di tratti ‘primitivi’ e lontani anni luce dai lussi della civiltà occidentale, si scopre ben presto che mettendo piede in Tanzania si può far la conoscenza dell’Africa più wild, come dell’anima moderna di grandi città come Dar Es Salaam e Arusha.
La prima è anche la più estesa di tutta lo stato e sembra quasi fare a cazzotti con l’area prevalentemente montuosa che colonizza in pianta stabile la zona più settentrionale e nella quale si trovano le vette più importanti del Kilimanjaro e delle Pare Mountains.
Esattamente ai piedi del monte Meru, invece, sorge Arusha, capoluogo della regione che porta il suo stesso nome, in cui passeggiando tra le strade trafficate del centro e dando un’occhiata all’accecante sole africano, attende la sorpresa forse più gradita per chi si accinge a partire alla volta della Tanzania. Per via della posizione particolarmente fortunata della cittadina, Arusha è infatti uno dei pochi centri graziati da un clima temperato tutto l’anno. Occhio all’escursioni termiche, però!

Un paio di giorni sono sufficienti per abituare l’occhio ai particolari abiti tradizionali che ravvivano l’ambiente cittadino e che si offrono allo sguardo dei turisti dietro ogni angolo, tra cui spiccano per l’originalità i coloratissimi kitenge e le spesse stoffe decorate con motivi arabeschi dei kanga.
Dopo aver strabuzzato gli occhi di fronte alle movimentate cadenze del taarab, canti e musiche popolari tramandati di generazione in generazione a partire dalle antiche corti dei sultani omaniti che popolavano la regione un tempo, si è pronti per una full-immersion vera e propria nella natura!
Vivamente consigliato per lo scopo  è il pit-stop presso gli innumerevoli parchi nazionali disposti a distanza ragionevole l’uno dall’altro nel nord Tanzania.
I nomi da tenere in mente in questo caso sono quello di Tarangire, Serengeti e la Ngorongoro Conservation Area, seguiti dalla famosa riserva del Selous e dal Parco Nazionale di Mikumi.

Qui, l’itinerario da seguire varia in base alle esigenze ed alle scelte personali, da brevi visite flash fino a tour più approfonditi, a diretto contatto con tutte le specie accolte nelle riserve e facilmente osservabili dalle lenti di un semplice cannocchiale.
Muniti di borracce, guide esperte e una buona dose di spirito d’avventura, il safari diventerà l’esperienza che mai avreste sognato di poter rimpiangere. Come un’altra delle magnifiche emozioni che potrete provare in questi fantastici luoghi, è il venire a contatto con il leggendario popolo dei Masai, una tribù che vive da migliaia di anni in questi luoghi, che al contrario di quanto si possa pensare sono molto ospitali e amichevoli, anche mantenendo il loro carattere primitivo.
Non resta che augurare un buon viaggio o meglio, come direbbero gli abitanti del luogo, ‘Safari Njema’!
Non siete ancora convinti della bellezza della Tanzania? Pronti ad essere investiti anche voi dal “mal d’Africa”? Allora non potete perdervi questo mini documentario sulle bellezze di questi luoghi!Tutti gli aggettivi a cui ho pensato per descrivere i luoghi che abbiamo visitato durante i nostri safari, sono inadeguati, insufficienti e quasi ridicoli di fronte a questi trionfi di madre Natura.
Posso solo dire che se esiste un paradiso terrestre, oggi, quello si chiama Serengeti national park e si trova nel nord-est della Tanzania, al confine con il Kenya.
Non ho molto da scrivere a riguardo perché come detto non esistono parole all’altezza. Le immagini sono sicuramente piu’ esaustive.
Una cosa pero’ ci tengo a dirla: voglio ringraziare sinceramente e pubblicamente il popolo tanzano per aver conservato, gestito, valorizzato e custodito questi eden (vi basti sapere che Serengeti e’ un’area naturale protetta e per darvi un’idea delle dimensioni, l’intero Veneto misura tanto.
L’hanno fatto e lo stanno facendo limitando il piu’ possibile la presenza e l’impatto della razza umana: sacrificando cosi introiti economici immensi, facili e immediati, loro che di introiti economici, si sa, ne avrebbero bisogno come pochi al mondo. E’ una scelta coraggiosa e ammirevole, una grande lezione per noi occidentali, sempre piu’ accecati dal progresso ad ogni costo e dal dio denaro. Il mondo intero dev’essere riconoscente alla Tanzania, per cio’ che sono oggi questi parchi.

Ngorongoro e’ un grande cratere vicino e ad est del parco del Serengeti, un’incredibile riserva naturale, dove gli animali vivono protetti e in totale liberta’ (cosi come negli altri national park). La notte prima di visitarlo abbiamo dormito in tenda sui bordi del cratere, in un “wild camping”, dove 2 rangers alternavano la guardia per eventuali incursioni di leoni.
Abbiamo completato i nostri giorni di safari con la visita del parco nazionale Tarangire, che si trova a un centinaio di km da Arusha e a sud di Serengeti e Ngorongoro. Nonostante le nostre aspettative fossero grandi, sono state ampiamente superate! Mai ci saremmo aspettati meraviglie simili. Personalmente rimane il forte, fortissimo, senso di gratitudine verso i tanzani, che hanno protetto e realizzato questo sogno. Un sogno, non si può scegliere, quando ti arriva ti arriva non c’è niente da fare.

http://tanzaniatourism.go.tz/en

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