di Giuseppe De Pietro
Un’impresa folle, da Guinness dei primati. Rosario Basciotti, quasi 32 anni, è partito questa settimana da Torino con un obiettivo che ha dell’incredibile: realizzare il giro del mondo con i pattini in linea. I numeri del suo primo viaggio in giro per i cinque continenti del pianeta sono incredibili: trentamila chilometri da percorrere in 500 giorni; in pratica, quasi un anno e mezzo a pattinare lontano da casa.
Rigorosamente da solo, senza squadra in appoggio e senza punti di riferimento nelle varie tappe che toccherà. Solo cartine dettagliate, appunti, tenda, materassino, sacco letto, tutto ben dentro a uno zaino di 12 kg. E in aggiunta un po’ di utile esperienza accumulata negli altri grandi viaggi in pattini effettuati in passato. Il “pattinatore folle” ha una pazza e bellissima idea in testa: «A livello tecnico voglio battere un nuovo record ed entrare nel Guinness dei Primati come primo uomo a compiere il giro del mondo in pattini, con performance atletiche di livello e non semplici trasferimenti – racconta Basciotti -. A livello sociale voglio portare un messaggio di pace e di libertà: riuscire nell’impresa significa attraversare in libertà tante nazioni del mondo. Un’impresa contro la privazione della libertà».
Il giro del mondo in pattini è stato diviso in sette macro-settori, con pause di un giorno al massimo e riposi serali, mentre gli spostamenti da continente a continente saranno in aereo. Rosario Basciotti è partito da Torino domenica scorsa e adesso sta attraversando la Francia, per poi dirigersi in Spagna e poi in Marocco. Quindi pausa e volo in America Latina con la seconda parte del Tour: in Brasile, a Rio e poi fino in Argentina a Buenos Aires. Terzo settore, da Cuba negli Usa e un quasi coast to coast fino alla California. Poi quarto settore con il giro dell’Australia. Ancora, Rosario arriverà in Asia per il 5° segmento: toccherà Giappone, Corea del Sud e Tailandia; sempre in Asia il sesto e penultimo settore, con partenza dall’Indonesia per attraversare Cina, India, fino all’Afghanistan. Infine, settimo e ultimo pezzo d’impresa: dall’Azerbaijan, evitando le regioni in guerra, si rientra in Europa arrivando di nuovo in Italia, prima a Trieste, e poi con il sospirato ritorno a Torino. Forza Rosario, il Guinness dei Primati ti aspetta.