di Melina Gualtieri
Mantenere una relazione in un amore a distanza ti permetterà di capire che non sei l’unica persona ad amare qualcuno che è lontano da te. Puoi imparare come altre coppie sono sopravvissute alla distanza , i problemi che si attraversano e come risolverli.
Alcune delle più belle e romantiche storie d’amore sono quelle a distanza. Colpiscono di più l’emotività e con il loro lato drammatico si fanno apprezzare di più. Ma vivere questo tipo di storie non dev’essere drammatico. Essere grati di avere un rapporto a lunga distanza può essere il primo passo per gioire. Perché? Perché siamo speciali e le nostre storie d’amore sono speciali! Tra l’altro la ricerca mostra che in media un amore a distanza dura più a lungo delle storie d’amore ravvicinate.
Relazioni impossibili, destinate a infrangersi contro il muro della lontananza. Merito anche delle nuove possibilità offerte dalla tecnologia, in particolare da video chat o da piattaforme virtuali che permettono di condividere momenti ed emozioni anche se non si è fisicamente vicini. Non ho mai creduto che le relazioni a distanza potessero funzionare. E mi sbagliavo, ora lo so.
“Non avevamo alternative. O continuavamo a stare assieme, non smettendo di credere nella nostra storia, oppure dovevamo metterci un punto”. “Lui stava per essere trasferito nella sede di Londra per una promozione che non poteva rifiutare. Certo, avrei potuto seguirlo, ma avrei dovuto rinunciare alla mia carriera e non sarebbe stato giusto verso tutti gli sforzi che avevo fatto e tutti gli obiettivi che mi ero prefissata. Questo è successo due anni fa e alla faccia di chi diceva che non sarebbe durata, siamo ancora una coppia che si ama e si desidera. Ci vediamo tutti i week end, qualche volta viene lui a Roma, altre volte vado da lui a Londra. E in ognuna delle due case, c’è una parte dell’altro: dai vestiti allo spazzolino. Ovvio, ci sono momenti che mi manca terribilmente, ma stringo i denti e so che anche se non è fisicamente accanto a me, posso contare sempre su di lui. Abbiamo anche parlato di matrimonio e io sto facendo di tutto per trovare sbocchi professionali a San Francisco. Eh sì, perché tra poco lui andrà a lavorare lì e questa volta voglio seguirlo per trovare la mia strada assieme a lui”. Fino a poco tempo fa gli amori a distanza sembravano storie impossibili, che nella maggior parte dei casi finivano per le troppe complicazioni, oggi sembrano essersi trasformate in un vero e proprio fenomeno che riguarda milioni di persone che (per scelta o per esigenze lavorative) vivono in luoghi lontani l’uno dall’altra. In Italia, sono tante le coppie che hanno scelto di vivere una relazione non sotto lo stesso cielo. E tra la lista dei “long distance couple”, come li chiamano nei paesi anglosassoni, ci sono anche tante celebrities: Angelina Jolie, Brad Pitt, Lewis Hamilton e Nicole Scherzinger. La natura dei rapporti a lunga distanza è cambiata qualitativamente in meglio grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia, ma soprattutto alle video chat, una relazione costantemente vissuta a breve distanza non semplifica necessariamente il rapporto o contribuisce a rendere più soddisfacente la relazione. Insomma stare “vicini vicini” non è più una garanzia di felicità, anzi. Vivere un amore a distanza può, infatti, far acquisire gradualmente la capacità di vivere interazioni più intense, di condividere pensieri e sentimenti che col passare del tempo diventano più significativi e condividere momenti ed emozioni. Abbiamo chiesto lumi a vari esperti psicologi e sessuologi ed avvocati.
Che tipo di storie sono quelle a distanza?
“Come tutte le altre relazioni sentimentali, sono normalissime storie d’amore o grandi bluff. Dipende tutto dai protagonisti. Lo stesso discorso vale anche per le dinamiche. Sembra assurdo, ma in sostanza non cambiano. Siamo noi a voler vedere qualcosa di “diverso” in situazioni che spesso sono più naturali di quel che immaginiamo”.
Di solito si scelgono o ci si adatta alle circostanze?
“Possono valere entrambe le ipotesi. Le cose non capitano mai. O meglio, può succedere di incontrare una persona, ma dopo l’incontro siamo noi a scegliere: decidere di restare o scappare. Non credo ci siano persone che decidano consciamente di vivere una storia a distanza. Scelgono di provare, di provarci. Senza paura”.
È vero che è più difficile vivere una relazione di questo tipo?
“No. Il livello di difficoltà è molto simile a chi vive a stretto contatto, se non uguale. In entrambi i casi ci possono essere degli aspetti negativi, solo che sono diametralmente opposti. Chi vive una storia a distanza combatte con il vuoto, il mistero, la mancanza, il sospetto, la gelosia. Chi non vive questo tipo di storie rischia di patire invece l’eccesso di condivisione, quindi l’assenza di individualità e indipendenza, la dipendenza affettiva, la routine, la noia”.
Quali sono gli svantaggi?
“Tutte caratteristiche che, a ben guardare, possono diventare positive. Si passa poco tempo insieme, si ha “poco controllo” sull’altro, si condividono fisicamente poche esperienze, si conoscono poco o per niente gli amici dell’altro, ma anche l’ambiente lavorativo, di studio e la famiglia stessa. Lo svantaggio maggiore è nel senso d’impotenza che attanaglia quando per un motivo qualsiasi si ha voglia di un abbraccio, di un bacio o semplicemente della presenza fisica dell’altro. In quei momenti, il fatto che il partner non sia a trecento metri è veramente difficile da gestire”.
E i vantaggi?
“Sono tutti nella tensione che la distanza crea. La lontananza aumenta la voglia e il bisogno di vedersi, oltre al desiderio sessuale. La distanza rende liberi, ma insieme. Lascia a ognuno il suo mondo e dà a ognuno la possibilità di fare ciò che ama”.
Questo tipo di rapporto è sinonimo della volontà di avere una relazione mantenendo però una propria indipendenza?
“Direi proprio di sì. Ma è un desiderio a doppio senso. Ci sono persone risolte che possono permettersi la distanza senza usarla per fini loschi. Senza avere bisogno di approfittarne per fare i propri comodi. Altri che invece usano la storia per avere un punto di riferimento, un focolare, un nido. E la distanza per avere la libertà di avere altri flirt”.
L’amore si nutre anche di condivisione quotidiana, come si fa in questo caso?
“Questa è un’idea sbagliata, sostenuta da molti. L’amore non si nutre che d’amore e per darsi amore ci sono mille cose da condividere. Stare troppo o troppo spesso insieme non è una cosa che fa bene all’amore, anzi. Spesso il quotidiano appesantisce, omologa, stanca e quindi allontana. Abbiamo bisogno di vivere la nostra vita, ognuno per conto proprio e condividere, pensieri, esperienze, sogni con l’altro. Ma per ottenere questo, basta un racconto”.
In alcuni casi il desiderio dell’altro è sostenuto proprio dal fattore distanza, che lo rende più irraggiungibile e per questo più attraente…
“Sì, ma questa dovrebbe essere la norma. L’altro, anche se ci abito insieme, deve sempre essermi un po’ estraneo e mantenere quell’alone di mistero, che mi permette di desiderarlo. Quando non è così, allora si parla di amicizia”.
Come si vivono i momenti d’intimità?
È possibile sperimentarli, ovviamente, quando ci s’incontra. Molti fanno ore di viaggio anche per stare insieme pochi minuti. Poi ci si ritaglia anche momenti a due ‘alternativi’ attraverso l’uso della tecnologia e che non per questo sono di serie B. Si tratta di imparare a usare canali che chi è vicino non sa neanche di possedere. La voce, ad esempio, o l’udito. Oppure parole o l’erotismo più immediato delle immagini”.
Anche online, con Skype ad esempio?
“Certo, mi riferivo proprio a questo. Nulla va demonizzato se usato a buon fine: i social e le chat spesso sono indispensabili per far sentire al partner la nostra presenza e le nostre attenzioni. Sono strumenti che possono ampliare le nostre capacità sessuali, il nostro modo di approcciare, ma solo se se ne fa buon uso”.
E l’eros? Come va coltivato?
“La sessualità non si nutre solo con il tatto e l’olfatto. Per fortuna abbiamo cinque sensi. Più il desiderio e la fantasia. È ovvio che non tutte le distanze sono uguali: mantenere una storia con un partner che vive in Giappone essendo Italiani e vedersi ogni sei mesi è veramente complicato. Ma non posso affermare che non sia una storia d’amore”.
La gelosia può diventare deleteria più che in altri rapporti in cui ci si vede tutti i giorni?
“La gelosia fa parte della scelta. Ovvio che una persona che vive distante non sia controllabile. Bisognerà farsene una ragione”.
Quanto possono durare queste storie continuando a vivere lontani?
“Anche una vita. Se ne parla poco, ma ce ne sono molte. Dipende dalla personalità e dai desideri di chi ha scelto questo tipo di rapporto. Chi a un certo punto sente che la distanza crea troppi problemi, non ci pensa su molto prima di trasferirsi. Chi vive il trasferimento come un problema insormontabile può invece tranquillamente fare a meno di quella storia”.
Per farle durare è necessario eliminare la distanza e vivere nello stesso contesto?
“Fondamentalmente è necessario non deludersi. Non dire cose solo a voce. Continuare ad amarsi e a desiderarsi. E poi sì, fare il possibile per stare insieme”.
Come si fa a gestirle al meglio?
“La distanza non può diventare una colpa dell’altro e non è una sfortuna. Come dicevamo, abbiamo avuto la possibilità, all’inizio, di scegliere. Nulla ci è capitato per caso. Poi possiamo cambiare idea, anche questa eventualità non è da dimenticare. Per gestire al meglio una storia a distanza, quindi, occorre non lamentarsi troppo, non considerarsi sfortunati, non colpevolizzare l’altro per la sua lontananza”.
I consigli ?
“Per accettare di vivere una storia così, bisogna innanzitutto sapere di essere autonomi.”; “Sedare la gelosia ed evitare la tendenza a controllare il partner”; “Godere della gioia di rincontrarsi, vivendo appieno il tempo che si passa assieme.”; “Evitare di riempire i momenti in cui si sta di fatto insieme con tutte le cose che normalmente una coppia fa. Il troppo storpia e distrae, non unisce.”; “Ricordatevi che una coppia sana ha anche bisogno di discutere e di litigare. Non evitate di farlo solo perché avete poco tempo.”.