di Liliana Segre

Incontro con l’attivista ugandese che al Youth4Climate di Milano ha parlato sul palco con Greta Thunberg per raccontare la crisi climaticaDalle proteste solitarie al toccante discorso tenuto recentemente alla Conferenza sul Clima a Milano. Ecco chi è Vanessa Nakate, l’attivista ugandese che denuncia l’emergenza climatica in Africa.

È stata la più applaudita alla conferenza d’apertura alla conferenza Youth4Climate di Milano, “oscurando” perfino la paladina dell’ambiente Greta Thunberg, ma ovazioni e strette di mano non sono quello che cerca: ciò che a Vanessa Nakate interessa davvero è poter fare la differenza per il nostro pianeta.

Vanessa è nata nel 1996, Vanessa Nakate è un’attivista ugandese – laureata in economia aziendale alla Makerere University Business School – che ha cominciato la propria protesta all’inizio del 2019 quando, sull’onda del movimento d’indignazione scatenato da Greta, si è messa a manifestare in solitaria fuori dal Parlamento Ugandese, dando vita al primo moto di “protesta climatica” del continente africano.
Da quel momento sempre più ragazze e ragazzi hanno sposato la causa della giovane, la quale ha così deciso di fondare la Youth for future Africa, diventata poi Rise Up Climate Movement, un gruppo strutturato e radicato in diversi Paesi africani che, tra le altre cose, è stato tra i principali sostenitori della campagna per la riforestazione delle foreste pluviali in Congo.

 

 

Le innate capacità comunicativa, combinate con l’impegno profuso nella promozione di strategie di sviluppo sostenibile per migliorare le condizioni di vita della popolazione senza impattare negativamente su Madre Natura, sono valse a Nakate non solo il riconoscimento di un ruolo di primo piano nel movimento giovanile internazionale che da anni sta chiedendo con forza il riconoscimento di una giustizia climatica che non comprometta ulteriormente il loro futuro (ha anche parlato nel corso della Cop25 in Spagna), ma soprattutto il ruolo di “guida” di un popolo, quello dei ragazzi africani, che troppo spesso viene trascurato dalle dinamiche globali.

Nakate vuole ridare voce all’Africa, si è infatti convinta che proprio l’Africa dovrebbe far sentire maggiormente il proprio peso politico in quanto vittima principale del sistema economico e industriale alla base dei problemi odierni.
Come ribadito dalla stessa Nekata nel discorso di Milano, l’Africa è infatti responsabile solamente del 3% delle emissioni globali ma nonostante ciò gli africani sono tra coloro che subiscono il maggiore impatto del clima “impazzito”. E lei stessa ne è stata testimone diretta, avendo perso amici e parenti nelle devastanti alluvioni che sempre più spesso si stanno abbattendo sul suo Paese.
«Chi pagherà per tutto questo? – ha chiesto visibilmente emozionata Nakate – Chi pagherà per le persone che muoiono, che scappano, per le specie che scompaiono? Per quanto tempo ancora sarà così? I leader guardano e lasciano che si continui così, senza intervenire davvero nella decarbonizzazione. Non possiamo più adattarci come facciamo sempre. E tempo di agire e i leader devono mettere quello che sta accadendo, anche i danni e i morti per il clima, al centro dei negoziati. I leader devono smettere di parlare e iniziare ad agire. Basta conferenze e summit: fateci vedere, agite. Agite adesso!»